da http://teatridipietra.blogspot.com/
Noi ci occupiamo prevalentemente di Bene Comune.
E in epoca di "singolare" e "particolare" è difficile pensare il Bene
Comune e la cultura che ne potrebbe derivare. Ed è un errore sperare
che dallo scontento generalizzato possa generarsi un moto di attenzione
sull'argomento.........
............In altre epoche la sofferenza ha portato rivolte, impennate
di coscienza collettiva, martiri ed eroi, trasformato madri in esercito e
braccianti in quarto stato, artisti ed intellettuali in interpreti
della prospettiva e del divenire. Scenari non riproponibili ai giorni
d'oggi in cui la moltitudine di "sofferenti" è esclusivista, poco
incline a riconoscersi nella sofferenza di altri e anzi propensa -
intimamente - ad attribuire all'abuso patito da altri, un carattere di
punizione quasi dovuta..., una sorta di contrappasso.
........Oggi il Bene Comune è meno di una parola vuota ,
un ex-principio, difficile da rinverdire dopo anni di reiterato
“godimento” di privilegi e diritti non conquistati ma ereditati. E
l'ansia e l'insicurezza “globale” di questo momento non sembra lasciare
alcuno spazio all'idea di "bene comune" ne di condivisione di
valori/progetti/risorse
... piuttosto alimenta una sorta di rivalsa per il beneficio sottratto, il diritto negato.
Tutto questo uccide la partecipazione, la condivisione e
soprattutto la cultura di una collettività
e la storia di un paese/territorio.
Per l'anno che viene c'è molto da fare.
Un augurio a chi saprà viverlo in questa visione
ricambiamo e inoltriamo.