lunedì 16 luglio 2012

Ione da Euripide

IONE
ilarotragedia da Euripide 
prima luglio 2008
_ Teatro Romano di Cassino
ripresa agosto 2009
_ Cava di Pietra Franco

ripresa agosto 2012
_ Monte Jato

riscrittura: Cinzia Maccagnano e Sebastiano Tringali
drammaturgia: Aurelio Gatti





ATLANTE (mov. testa Ernesto)

ATLANTE (mov. testa coro)


ERNESTOAtlante

CORO Atlante

Chill ca ncoppa e spalle
Mantiene u cielo… u cielo
U cielo a casa i tutti i santi… i santi
Insieme a na regina figghiaia a Maia… a Maia

E Maia insieme a Giove
Facette a iss….. a iss

U figghiu e maia è Giove

TUTTI a ess….. a ess (mov doppio)
--


ATLANTE
A figghia ro cchiù grosso grosso
Chillu ca pi prima facettte
A storia a storia
chill ca insieme a santa
facette a Maia…. a Maia
chilla ca insieme a Giove facette

a iss ernesto 4 volte risposta 3 volte


1 A ISS SMETTERE DI CUCIRE


2 A ISS ALZARSI


3 AIISS TENDERE LA TELA





ERMETE:

Ermete, ministro sono ai Numi. (MUSICA)


Ora fra gli Elleni sorge una città
non ignobile, che ha nome Pallade, ATENA, TUTTI: AH (SI SIEDONO)


dall’asta d’oro, dove Febo chi? Apollo! (RICOMINCIANO A CUCIRE)


che a nozze
forzò Creusa
e ignoto al padre, ché lo volle il Nume,
portò nel grembo il peso; e, giunto il giorno,
nella sua casa a luce un figlio diede
Creusa, e lo portò nell’antro stesso
dove giacque col Dio.

 e alle vergini figlie
d’Aglauro l’affidò.


E quanti aveva
la fanciulla gioielli, accanto al bimbo
che a morte sacro ella credeva, pose.


Ma Febo mio germano mi pregò: il pargolo, prendi e conducilo al mio oracolo….

Il pargolo sappilo, è mio


GENEALOGICA: Sempre bastardu iè (CUCIRE)


Raccolsi l’intrecciato cestello, e lo portai,

e il fanciullo posai sopra i gradini

di questo tempio. Or, giunse, la profetessa,
la Pizia,
e gittò gli occhi
sopra il pargolo infante, e sbigottì
lo raccolse e lo nutrì; né seppe mai che Febo
generato l’avea, né da che madre;


TUTTI: Sempre bastardu resta (CUCIRE) GUARDARE IONE


ERNESTO chill ca sapi tutti cosi
senza na ragione sulu pecchè ci piaceva
a Creusa s’acchiappaia

Creusa poi, che diè la vita al giovine,
a Xuto sposa andò.
Ma dopo lunga seminagione, il letto sterile
A lui rimase, ed a Creusa. Ed ora,

per ciò, per brama di figliuoli, vengono
d’Apollo !


Al tempio: (ALZARSI GIRO POSTI)

e il Nume
a Xuto, che giunge a quest’oracolo,

il proprio figlio esso darà, dicendolo
nato da lui


GENEALOGICA: Sempre bastardu resta (CUCIRE)


In questi anfratti ora entrerò,
io Ermes, primo fra i Celesti, il nome
gli darò ch’egli deve avere: Ione.


TELA ALTA al centro


IONE: O Pean Pean


Che da Latona sei nato
Beato sii beato (CUCIRE)


La quadriga sua fulgida il sole
lampeggiare fa già la terra.

Fuggon gli astri dinanzi al suo vampo
dall’etere, verso
la notte divina.


Del Parnaso le vette inaccesse
riscintillano, e il disco del giorno
rifrangono agli uomini;


e d’arida mirra vapore si leva ai fastigi di Delfo,

e canta agli Elleni i responsi

che Febo le grida. Nu mumento (da fermo)


Io frattanto,
all’opera intento
a cui sin da pargolo intesi Nu mumento (si avvicina)
io, privo di madre,
il tempio di Febo
custodisco che m’ha nutricato.

Nu mumento (si avvicina di più)

dimmi? Nun se capisce niente



Bellissimo ramo di lauro
tu servo giovanissimo,
detergi l’ara di Febo terra santa santa terra
sotto il suo tempio, (movim. Coro)


o venuto dai giardini senza morte
dove sacre acque sgorgano

f onte viva e perenne


INSIEME


per la chioma del mirto.



TRINGALI: Su via, del bellissimo lauro
or ora fiorito rampollo,
che il suolo purifichi
vicino all’altare d’Apollo,
cresciuto nei sacri giardini
dove fonti prorompono roride
perenni
ed umettano
del mirto i santissimi crini.


IONE: Con te o senza te
io mondo il suolo del dio. (INTERROMPERE CANTO E MOVIMENTO)


O Pean Pean
Che da Latona sei nato
Beato sii beato


ERNESTO: Ma chè nu preveto…


TRINGALI: Ah, gli uccelli! (CUCIRE)
Gli uccelli giungono,
abbandonano i nidi del Parnaso!
A voi dico
che non vi accostereste ai cornicioni
né a questa casa d’oro! (STROZZANDO ERNESTO)



IONE: E te raggiungo con l’arco
o araldo di Zeus,
il più forte di tutti col tuo rostro.

E alto batte l’ala
verso l’altare il cigno! (Giro di GIOIA)

Taglia questa traduzione non mi piace
Ecco un alato nuovo
a recare sotto il timpano nu momento
fuscelli per il nido dei suoi piccoli nu momento
la corda dell’arco ti terrà lontano. t’aggiu dittu nu momento

Obbedirai? (si siede sul vecchio)


VECCHIO Mi ha rotto l’ago


IONE IO?


ERNESTO Vabbuò allora me ne vaco


IONE Io sono dei servi di Febo mai cesserò

Di servire fedele chi mi nutre.


(SEBASTIANO SCATENA IL CORO)


Belle colonne e sacre pietre
Non più ad Atene
ma anche a Delfo
Guarda la lotta dei giganti
E Vedo l’Idra col falcetto d’oro
La chimera che il fuoco spira
Vedo DI Zeus la saetta d’oro
Che fiammeggiante
Arde da lassù
Belle colonne cado giù
E questo tempio non c’è più.

TRINGALI: (Fa girare Ione) Coro, qui io sono.

Dico a te, che stai presso il tempio: (ballando con Gianna)


oltre la soglia si concede
ch’io sospinga il mio bianco piede?


CORO: Possiamo entrare?

IONE: Straniere, no

ERNESTO: Si può sapere…(TUTTI SEDUTI)

IONE: Che volete? Parlate.


ERNESTO: Dunque davvero la dimora di Febo è il centro perfetto del mondo?


IONE: si. Buon uomo, Il centro dello scudo, tra le bende,
che intorno ha le Gorgoni.

ERNESTO: Io me ne vaco. (SI SIEDE)

CORO: Proprio come raccontano(VANNO ADDOSSO E FERMANO IONE)


IONE: Se avete offerto il pane sacro (DONNE SU SEBASTIANO)


Davanti alla dimora,
e se volete interrogare il dio,
accostatevi alle are;
ma senza il sacrificio delle vittime
non è dato l’accesso al penetrale.

CORO: Abbiamo inteso e d’ora innanzi (PASSI)
La regola rispettiamo e qui lontano

Sol con l’occhio (ENTRA GIANNA) noi guardiamo.


IONE: Visitate ogni cosa
con gli occhi, la legge lo permette.


CORO: Bene, bene. (Indicano ontano e fanno per entrare)

IONE: No, (bloccandole) da quale casa, ancelle, avete nome?

CORO: Nel palazzo dove i nostri signori
sono cresciuti, Pallade è di casa.
Ma quella onde tu chiedi
È dietro di te. (POI SI SIEDEONO)

SEBASTIANO: Cretine!

IONE: Nobile sei signora
E generosa indole; è prova
dei tuoi costumi il tuo contegno, o donna,
quale tu sia: la nobiltà d’un uomo
già dall’aspetto per lo più si giudica


ERNESTO: Ti pare n’omm chissa?

IONE: tu mi stupisci, Tutti, appena scorgono l’oracolo,
si sentono sereni

ERNESTO: Ti pare n’omm chissa?


IONE: ma tu piangi (GIOIA Dà UN FAZZOLETTO A CINZIA)


coreografia

ERNESTO: Io me ne vaco (GIRO POSTI) musica


CREUSA: Straniero, se stupisci del mio pianto
Questo è giusto e cortese. Ma io
Vedendo questa casa venerabile
Ripeto in cuore una memoria antica.


Povere, tristi donne. O colpe
Divine! E chi ci renderà giustizia
Se patiamo ingiustizia da chi è forte?

IONE: Oscura è la tua pena

CREUSA: Una freccia mi è sfuggita.
Non parlo più e tu non ci pensare

IONE: Chi sei? (fermandola) Da dove vieni? In quale patria sei nata? Come si deve chiamarti?


ERNESTO: essa è chill can faccio o muro a ncatastai (RISATA) verso il coro


CREUSA: Creusa è il mio nome. D’Eretteo nacqui.


GENEALOGICA: Creusa? Certo: a principiare, luntanu, luntanu, luntanu, Efesto e Gea ci furono, che ficiru Erittonio e Prassitea, chi ficiru Pandione che fici Eretteo, chi fici Creusa!


forbici



IONE: Grazie! (alla genealogica)


Nobile la casa che ti ha allevata: io t’ammiro, donna.


CREUSA: Queste le mie fortune, altre non ho. (Taglio)


IONE: Ma dimmi, per gli dei: è vera la leggenda?


CORO: ihhhh!!! Che impertinente!


CREUSA: Di che domandi? Lo vorrei sapere. (Taglio)


IONE: L’avo tuo sorse dunque dalla terra?


CREUSA: Erittonio! Si, ma la stirpe non mi giova. (Taglio)


IONE: E lo raccolse Atena dalla terra.


CREUSA Con mani di vergine. Non lei ne fu la madre. (Taglio)


IONE: E poi lo diede come si dipinge…


CREUSA: … alle figlie di Cecrope, perché
fosse salvo, né loro lo vedessero. (Taglio)


IONE: Ma violarono l’arca.


CREUSA: E ne ebbero la morte, il loro sangue
fece rossa una rupe della roccia. (Taglio)

IONE: Dimmi, l’altro racconto, è vero o vano?

CREUSA: Quale?

CORO: Curiusu chistu!! (Taglio)

CREUSA: domanda pure, Non sono stanca. Ho molto tempo. (Taglio)

IONE: Eretteo immolò le tue sorelle?

CREUSA: Ebbe la forza d’immolarle, vittime
sacre, per le terre dei suoi padri. (Taglio)


IONE: E come tu da sola fosti salva?

CREUSA: Una neonata in braccio di sua madre(rientra nel cerchio). (Taglio)

IONE: E veramente poi s’aprì la terra
e chiuse in sé il corpo di Eretteo?


CREUSA: Lo distrussero colpi di Tridente, dal mare. (Taglio)

IONE: Nel luogo che fu detto le Rocce Alte?


CREUSA: Che indaghi tu? (GIANNA RACCOGLIE LE FORBICI)
Che cosa mi ricordi.

IONE: Febo ama quel luogo

CREUSA: Gli è caro? Non l’avessi mai veduto.

IONE: Ciò che al dio è caro, tu ne avresti orrore? (alzarsi)

CREUSA: Oh no, ma una grotta laggiù
custodisce una vecchia vergogna. Ahh (ANDARE FUORI DALLE SEDIE)


ERNESTO: Sta male!


IONE: Lo sposo, dov’è lo sposo? È ateniese?


ERNESTO: Chiamate un dottore


CORO: Non è della città, viene da un’altra terra


IONE: Qual è il suo nome?


ERNESTO: ESCULAPIO…


CREUSA: Xuto.


IONE: E i figli? Chiamate i figli. (SI AFFLOSCIA LA TELA)





CREUSA: No, non abbiamo figli.


(Si alzano le tre donne di lato – Cinzia tenuta da Gianni)


IONE: Tu non hai figli?


CREUSA: Il tuo dio lo sa perché io non ho figli.


IONE: Hai tutti i beni eppure sei infelice


CREUSA: Più felice è tua madre


CORO: Tu chi sei?

XUTO: Xuto, qui io son (LE TRE DONNE LO GUARDANO)

ERNESTO: no mo…. Dopo.



IONE: So questo solo: dicono “è del dio”

Sebastiano: e’ del?
Ernesto: dio

CREUSA: Ora son io, straniero, che ho pietà di te. MOVIMENTO DI TESTA SEGUENDO CINZIA POI TAGLIARE FILO

IONE: Perché non so che mi fu padre, madre? TORNANO A SEDER
Abito nel tempio TORNA GIANNI
Questa casa d’Apollo è tutta mia.
Da appena nato vi son giunto.

CREUSA: Povera tua madre: chiunque sia!

IONE: Forse sono la colpa di una donna.

CREUSA: Chi ti allevò?

IONE: La Pizia,

CORO: Chi? SMETTERE DI CUCIRE

IONE: la profetessa chiamo madre.

ERNESTO: No, no, non guardate me.

CAMBIO POSTI DI ERNESTO
Io la pizia non la faccio (METTENDOSI IL TELO IN TESTA verso la GENELAOGICA)

GENEALOGICA: ( a Sebastiano) Ahhhh, la Pizia! Le Pizie tante sono: Crobile, Psofi, Merope I, Merope II, Merope III, Pannikis: questa è la famiglia delle sante, santissime Pizie…..

VECCHIO Tenete un ago?

SEBASTIANO Qualcuno ha un ago, per favore? Questa me la paghi.

CREUSA: E mai sei corso in cerca di chi ti ha messo al mondo?

IONE: Non ho nessuna traccia, mia signora.

CREUSA: Oh, un’altra donna
ha sofferto così, come tua madre.

IONE: Chi è?


Alzarsi passi a ventaglio con musica

CREUSA: Ascolta il mio racconto. Un’amica mia si unì in amore a Febo.

IONE: Una donna con Febo?

VECCHIO: Si è rotto l’ago!

IONE: Sacrilegio. Non dire oltre.


CREUSA: E ne ebbe un figlio. Ma il marito non lo seppe. E dopo, ha molto sofferto.


IONE: Ma se fu con un dio, perché ha sofferto?


CREUSA: La creatura fu esposta, abbandonata.


IONE: Il fanciullo dov’è, vede la luce?


CREUSA: Nessun uomo lo sa. Lo chiedo al dio.


IONE: Quanto tempo è trascorso


CREUSA: Avrebbe, se vivesse, l’età tua.


IONE: Ma la colpa è del dio. La madre ha la sventura.


CREUSA: e per sventura, non ebbe più figli.


IONE: Forse Febo lo prese di nascosto e ora lo nutre?


CREUSA: Era d’entrambi e ora


Ne avrebbe solo lui la gioia, non è giusto!


IONE: Come assomiglia, questo, al mio destino!


CREUSA: Anche tu piangi una madre infelice?


VECCHIO: Si è rotto l’ago!


IONE: Non destare una pena già sopita. Nel tuo discorso c’è un errore.


CREUSA: Tutto è errore.


IONE: Il dio non svelerà ciò che ha velato


Non l’interrogare.


VECCHIO Si è rotto l’ago


IONE Nessuno al mondo ti dirà l’oracolo.


Allontanati. Non si domanda ciò


che è contro il dio.


Un bene estorto, dagli dei negato,


è un bene che se stesso nega, donna.


Utile è solo ciò che il cielo dona.


VECCHIO: Nessuno ne ha uno in più?






AVEMARIA


CORO: Molte sventure e molti sventurati,


molte le facce del dolore umano.


E la sventura è rara in una vita.


CREUSA: O Febo, qui e laggiù, tu non sei giusto


Verso l’assente che per me ti parla,


tu non hai salvato chi dovevi,


tu profeta sei e non rispondi,


non rispondi alla madre che ti chiede


di dargli sepoltura se non vive


e se è vivo di vederlo un giorno.


Taci al mio sposo le parole dette,


ti prego, che non abbia a vergognarmi


di intenti misteriosi, e questo nostro


discorso prenda chi sa quale strada.


Difficile è ogni cosa per noi donne,


si fa un fascio di tutte, o buone o tristi,


e ci detestano.


ERNESTO: Maestro


CREUSA: Siamo nate male.


XUTO: Son giunto tardi. Forse eri in ansia?


CREUSA: No, ero un po’ in pensiero. Invece dimmi che risposta mi porti da....






: .....TROFONIO


PASSARSI LE BATTUTE


ERNESTO-ANNALISA-


PINO (che fa paura)


GENEALOGICA: chiddu ca menti insemi


GIANNI fimmini


GIOIA e masculi.


ERNESTO: Ma quando mai, chill fa l’architetto.


XUTO: Non ha voluto prevenire il dio. (GIRANDO)


Ma una cosa ha detto: non ritorneremo


da questo santuario senza figli! (MANI)


CORO: Evviva! Evviva! 2 VOLTE LENTO CON INTERMEZZO


2 VOLTE VELOCE


MEZZO


IONE: Oh provvido Apollo.


VECCHIO: Ma l’ago è grosso. (FACENDO UN GIRO POI SU CINZIA)


CREUSA: Madre di Febo, ti supplico, possente. (CACCIANDO IL VECCHIO)


VECCHIO SU SEBASTIANO EVVIVA POI SU IONE


IONE:: Io vado


SEBASTIANO Anche io






ANNALISA E GIANNI TENDONO LA TELA


AVANZANO ELISA E ERNESTO A MARIONETTE






GENEALOGICA: Latona, soruzza di Asteria e Ortigia, figghia di Ceo e della titanide Febe,


si nni fuiju ccu Zeus e ci nasciu un figghiu, Apollo! Mischina…..


ERNESTO Ma chissa i canusci a tutti quanti.










XUTO: Benissimo, so quanto mi occorreva.


Dunque si entri.


E TU donna, SI ALZA ELISA


NO TU


cogli rami di lauro


e prega Apollo che si torni dalla reggia


con questa bella nuova: avremo figli.






CORO: EVVIVA (5+1)


STRINGONO SEBA AL CENTRO


ALZARE LA TELA SEBA VA VIA DI NASCOSTO






CREUSA: Se il dio vorrà rimediare a quel peccato,


non mi sarà mai amico come prima,


ma accetterò quanto mi dona






TENERE IN BRACCIO LA TELA


CORO: SE IL DIO…. SE IL DIO


CANONE A SPECCHIO


POI IN GINOCCHIO CUCIRE






IONE: Con questi detti oscuri la straniera


sempre lo vitupera! (GIRO DEL CORO)


Perché queste strane, oscure accuse


che la straniera muove sempre al dio? Dialogo a braccio con ERNESTO


Che m’importa della figlia d’Eretteo? Tutto questo


Non mi riguarda.


Però Febo: seduce le ragazze da marito,


le inganna, ha figli per il mondo, muoiono,


e lui non se ne cura.


Dico io, un mortale qualunque Dialogo a braccio con ERNESTO


Nasce cattivo, e gli dei lo puniscono.


Loro scrivono il diritto naturale


E non lo rispettano.


Se Poseidone, Zeus e Apollo (lo so,


non sarà mai, ma facciamo un’ipotesi)


doveste render conto alla giustizia


degli uomini, pagare per le vergini


violentate da voi, dei vostri templi


resterebbero solo i muri vuoti.


Vi lasciate portare dal piacere,


fate del male e non pensate al poi.


Dunque l’umanità non è malvagia, (ALZARE LA TELA VERSO IONE)


è ingiusto dirlo: noi imitiamo voi.


Malvagia, se vogliamo, è la dottrina. ALZARE LA TELA






DONNE A BAMBOLE DAVANTI






VECCHIO: Si è rotto l’ago SI ABBRACCIA LE GAMBE DI IONE






CORO: ATENA ATENA MIA



GENEALOGICA: ‘Ncapu alle rive d’un lacu nasciu Atena, chidda ca porta l’armi,






VECCHIO ATENA ATENA ATENA


GENEALOGICA: partorita da Zeus ca s’avia manciatu so matri Meti, figlia di Oceano e Teti.


VECCHIO ATENA ATENA ATENA






GENEALOGICA: E Atena bedda nasciu ppi l’opera di Efesto. Accussì fu, sintiti: A Zeus cci duliva a testa forte, forte, forte.


VECCHIO ATENA ATENA ATENA






GENEALOGICA: Fici chiamare Efesto e chiddu con un gran colpu di spatuni ce la spaccò dda testa divina, e ddocu intra cu cc’attruvò? Bedda, perfetta, vistuta di guerriera…. Atena.


GENEALOGICA: La vuliti sentiri la storia di Atena?






GIANNI LA PRENDE …..






ERNESTO: Cà u fattu è difficilmente grave…Ci vuole un esperto (DONNE VANNO VIA)






SI SOSTITUISCE A GIANNI






ENTRA SEBA su, Bambine? (vanno via)






CORO: Son tre fanciulle che in coro


Danzano (SCALARE DI UN POSTO)


CORO: Vedo una vergine generare un figlio






GIANNI Frutto di colpa –


SEBASTIANO pasto alle fiere. VIA VIA






XUTO: Figliolo mio, salute! Appropriatissime


Parole, le prime che ti dico, figlio!






ZZZSSTTT


PINO


GIANNI


GIOIA


ANNALISA


ELISA






IONE: Salute a te… ma anche di cervello:


così saremo sani tutt’e due.


ERNESTO: Sta mali puri chissu


XUTO: E lascia che ti baci, che t’abbracci!


ERNESTO: E’ un’epidemia... Esculapio


IONE: La salute mentale. Ma, straniero,


ti ha invasato un dio, in modo grave?


XUTO: Invasato ti sembro perché scopro


La persona più cara della terra


E mi slancio a baciarla?


IONE: Piano, piano


Con le mani, mi laceri le bende.


XUTO: Ti tocco, non ti rubo. Ho trovato


ciò che ho di più caro a questo mondo.


IONE: Te ne andrai se ti pianto questa freccia?


VECCHIO: Avete un ago?






XUTO: Ammazzami, dammi fuoco. Se mi uccidi,


diventi l’assassino di tuo padre.


IONE: Chi sei mio padre, tu? Vuoi che non rida?


XUTO: Certo e parlando tutto sarà chiaro.


IONE: Che cosa chiarirai?


XUTO: Sono tuo padre, e tu sei mio figlio. CUCIRE






IONE: E chi lo dice?


XUTO: Colui che ti allevò per me, Apollo!


IONE: Lo garantisci tu.


XUTO: Io si e dall’oracolo lo so.


ERNESTO: E ce l’ho detto. (POI SI SIEDE)


IONE: Ti sei sbagliato! Hai frainteso la formula.


XUTO: Non ho le orecchie?


IONE: Ma che ti detto Febo esattamente?


XUTO: “Chi incontrerai…”


IONE: In che senso “incontrare”?


XUTO: “Chi incontrerai uscendo da questa casa…”


IONE: Che gli capita a quello


PIZIA: E’ figlio a lui!


IONE: E il primo che hai incontrato, sono io.


PIZIA: Tu.


XUTO: Tu, solo tu, figliolo.


PIZIA: Tu, tu, a da scinniri chillu lla ncoppa pe tu dicere.


IONE: Sia… ma la madre che mi ha messo al mondo?


XUTO: Non so proprio che dirti


ERNESTO: Come ebbi modo di dirti io me ne vaco.


CREUSA: Dove vai?


ERNESTO: Allora torno e stenografo.


CORO: EH GIA’!


GENEALOGICA: (Canta)


IONE: Febo non te l’ha detto?


XUTO: Ero così contento… non l’ho chiesto.


IONE: Allora?


XUTO: Che ne so io. Io mi rimetto al Dio.






IONE: E Qui come ci sono arrivato?


XUTO: Non ci capisco niente!


ERNESTO: Non si capisce niente l’ho detto io. E questi che cantano, zitti…






XUTO. Già, è qui il punto oscuro.


ERNESTO: Accendete la luce.


IONE: Prima sei mai venuto qui in Pito?


ERNESTO: Pito? Scrivo Pito? Allora scrivo Pito?


XUTO: Si, insieme alle Menadi di Bacco.



IONE: Eri in te o ti abbandonasti al vino?


XUTO: Alla gioia di Dioniso più piena.


IONE: E là fui concepito.


ERNESTO: Allora c’è Pito!


XUTO: Il cielo ha scelto quell’istante, figlio.


ERNESTO: Ma qui al tempio come ci arrivò


XUTO: Chissà forse lo espose. Ora abbraccia tuo padre.


IONE: Al dio si deve prestar fede. Io ti saluto padre.


XUTO: Dolcissime parole.


IONE: O madre cara, vedrò mai il tuo viso?


O sconosciuta,


io non ti ho mai così desiderata.


E tu forse sei morta,


vederti non potrò neppure in sogno.






BARBIERE






XUTO: Figliolo , in questo ritrovarti, il dio


Ha fatto proprio tutto per il meglio.


Mi ha ricongiunto a te.


Lo slancio del tuo cuore è giusto


VECCHIO: Si è rotto l’ago


ERNESTO:Fermo, fermo che ti tagli


XUTO: e, vedi,


è quello che desidero.



Vorresti ritrovare tua madre, e io la donna


Che ti ha dato alla luce. Tempo al tempo,


chissà, la troveremo.


ERNESTO:C’è una rivista là perché non leggete.


Ma ora, su, si parte per Atene.


Là ti aspetta un regno, il beato scettro


Di tuo padre: e ricchezze, molte, sai.


Eccoti nobile e ricchissimo.


ERNESTO:La basetta la tengo lunga?


Non parla… guarda a terra…


D’un tratto cambia e mi mette paura.


È l’età! So’ ragazzi.


IONE: Il mio nome


Che sarà: un niente, un figlio di nessuno, immigrato.


GENEALOGICA: E’ bastardu iè….


IONE: Già bastardo! È così padre mio.


In quella casa, che non è la mia,


estraneo, con una donna senza figli,


che ha diviso con te tutti i dolori


d’una vita e dopo i due destini


si non separati: sarà amaro.


Mi fa pena la sua triste vecchiezza


senza figli: non meritava, nata da grandi avi,


questo malanno: la sterilità.


Il denaro, dirai, supera tutto,


essere ricchi fa piacere: si,


ma non mi garba una felicità


che costa pena.


Non sai quanti beni avevo qui?


La pace che tutti cercano,


e poi nessuno a cui cedere il passo:


preghiere, qualche chiacchiera, servivo


gente contenta, senza lamentele; un piacere


pensando bene, credo che sia meglio


qui.


Sono fortune uguali


avere il molto e godere del poco.


XUTO: No, non parlare così figliolo:


impara ad essere felice! Invece


proprio qui, dove ti ho trovato, voglio


cominciare la mia vita in comune


con te.


Ione ti chiamo, per il tuo destino,


perché sei il primo che mi è venuto incontro.


Ora basta, raduniamo


Tutta la folla degli amici,


si fa una bella cerimonia allegra,


una festa d’addio,


(CORO SCALARE POSIZIONE)


perché si parte.


IONE: E sia così. (DI SCHIENA AL CENTRO CON SEBASTIANO)


E andiamo. Ma una cosa pretendo dalla sorte:


se io non trovo chi mi ha messo al mondo


non avrò vita più.






AVVICINARE LE PANCHE










CORO: Vedo lacrime


Lamento dolore


quando la nostra donna Saprà


il suo sposo padre felice,


lei priva di figli abbandonerà


Temo sventura, Strano il mio signore,


strane le parole


dove giungerò


temo, temo, temo


dolore, dolere, dolore






VECCHIO: COME FACCIO SENZA L’AGO?






Rupi nere del Parnaso


Vette, casa, tempio di Pan


Fiamme di fiaccole


Danze tempestose


Baccanti notturne


Mai non giungerò






temo, temo, temo


dolore, dolere, dolore










Elisa coperta dal telo


SEBA E questo cos’è? (cucire)






Verso elisa: E questo?






GENEALOGICA: O Zeus, trisnonno (catananno) e patri!


(TUTTI TORNANO AL POSTO)


Dioniso nasciu da Zeus e Semele, figghia di Armonia e Cadmo,


figghiu di Agenore che da Libia discende, figghia di Epafo e niputi di.... Zeus, CERTU, DI Zeus.






NESSUNO ASCOLTA ED ELISA RICOMINCIA POI PIANGE






CREUSA: (CERCANDOLO)


O precettore antico di mio padre


SEBASTIANO: Non lo so dov’è…


Quanto consolerebbe vedere un volto amico.


VECCHIO EMBE EMBO


CREUSA Storto è il sentiero, prova col bastone. (SI SIEDE SULLA PANCA)






VECCHIO: EMBE EMBO


CREUSA: Hai detto giusto!


Ma Il mio sposo che destino attende


Per le creature? Venimmo per questo:


vecchio Figlia mia


CREUSA Parla


VECCHIO La mente è svelta






GENEALOGICA: Non porterai un figlio tra le braccia mai, caPITO?


CREUSA: Che dice? Me sventurata!






VECCHIO: Il dio gli ha dato un figlio, lui è felice, tu no!






CREUSA: E a me una vita deserta di figli,


la solitudine, una casa orfana.


Chi è il predetto dell’oracolo?


Chi è il predetto dell’oracolo?






CORO PARTE GIOIA POI ALL’UNISONO


OIMOI OIMOI


CREUSA PARLATE!






GENEALOGICA: Cara signora….


GENEALOGICA: Quel giovinetto che spazzava il tempio?


Lui è il ragazzo.


CREUSA TACI






VECCHIO come lo chiama suo padre


GIANNI Vuoi sapere come si chiama? 3 volte


TUTTI Vuoi??






ELISA (Sebastiano cerca di bloccarla) Ione. (RISATA)


CREUSA L’incontrato






SEBA: QUESTO è IL MOMENTO DELLA PIAZZA






CORO UOMINI: Chi è la madre?


CORO DONNE: E chi lo sa?


UOMINI: E unni è u patri?


DONNE: E’ corso a offrire il sacrificio.


UOMINI: Vuole onorarlo il figlio nuovo.


VECCHIO: Siamo traditi, signora.


DONNE: lo straniero ci caccia dalla casa, signora


UOMINI E U MARITU ?


DONNE Si è pigliato l’eredità, signora, e poi ha colto il frutto dell’amore di un’altra.SIGNORA


UOMINI: certo. Quando s’accorge che sei sterile…


ERNESTO: S’incatastai na schiava, lo manda lontano e ora che si è fatto grosso…


CREUSA: Viene qui con la scusa di chiedere figli.


GENEALOGICA: Anche improvvisa un nome straordinario


“Ione” ! RISATA


VECCHIO: E ti aspetta un male anche più grande.


Un senza madre, un niente, il figlio


D’una qualunque schiava, viene in casa TUA, SIGNORA,


fa da padrone.


Allora agisci, signora, sii donna dunque, agisci, signora


spada frode


veleno,


CORO: Accidi! Accidi!


UOMINI: Una sola vergogna non possiamo stare sotto uno “schiavo”.






ALZARSI E RAGGIUNGERE L’ALTRO LATO DELLE PANCHE IN GINOCCHIO PUGNI SULLA PANCA










CREUSA:


Io ti accuso figlio di Latona!


V


Coro


A


A


A


A


A


A


A


A


A





enisti a me


Con la chioma corrusca d’oro


Mentre coglievo nel grembo petali…


Io ti accuso figlio di Latona!


E tu afferrasti i miei bianchi polsi


E mi trascinavo mentre gridavo…


Io ti accuso figlio di Latona!


Nella spelonca tu dio e amante


e senza pudore…


Io ti accuso figlio di Latona!


Partorisco, infelice, un fanciullo,


lo butto in quel giaciglio


triste dove io fui triste:


e ora non è più,


gli uccelli l’hanno dilaniato,


il tuo, il mio figlio,


infelice! E tu canti la divina cetra,


canti la tua gloria.


Parlo a te, io ti odio, figlio di Latona






ERNESTO (SPARGENDO) Divino Febo






GIANNI accusi il dio? BATTERE I PUGNI


Ripeti se hai io coraggio. BATTERE I PUGNI






CREUSA: Ne ho vergogna eppure parlerò. (PUGNI PUGNI)


Ebbi un figlio dal dio.






GIANNI Il dio non può mentire






DONNE: Il dio ha mentito.






VECCHIO: Fa vendetta sul dio che ti ha offesa.


CREUSA: E’ forte e io mortale non lo vinco.


VECCHIO: Uccidi il tuo signore.


CREUSA: NO, Il mio sposo una volta era buono.






DONNE: Vendetta! Vendetta! (A CINZIA)


PIZZICARE LA TELA A PARTIRE DA GIOIA A CANONE


ERNESTO: E il ragazzo?


VECCHIO: L’INCONTRATO


CREUSA: Lui si.


INTERROMPERE VENDETTA ALZARSI E SEDERI CUCIRE










DONNE: Ma come?


CREUSA: Ho l’inganno e l’azione. Erittonio


Ebbe un dono da Pallade. Stille, duplici stille


Di sangue.


Una è di morte, l’altra di salute.


VECCHIO: Alla sua morte il dono venne a te.


CREUSA: Si! Qui lo porto.


Una stilla dissipa i morbi, una stilla ridona la vita


CORO: PASSAPAROLA


(in crescendo)


Una stilla dissipa i morbi, una stilla ridona la vita






CREUSA: L’altra stilla dà la morte.


VECCHIO: E queste essenze sono confuse?


CREUSA: Divise. Bene e male non si mischiano.


VECCHIO Questo occorreva


CREUSA: Ecco come il ragazzo perirà!






UOMINIAccidi! Accidi!


DONNEVendetta! Vendetta!










CREUSA: Sarai tu L’uccisore






Versalo di getto nella coppa del ragazzo, nella sua


Ho detto, non dove tutti attingono:


questa bevanda è riservata a lui, lui,


che si prepara ad entrarmi nella casa


come un padrone. (STOP CORO)










CORO: E’ FATTA!! E’ FATTA!


GENEALOGICA:


Non altri, d’altra gente,


sia signore,


se non del sangue puro d’Eretteo.






CORO:


Se con la morte se con la morte se con la morte


Non funzionerà


Allor l’inganno allor l’inganno allor l’inganno


Se con l’inganno non si compirà






E con le stille e con le stille e con le stille allor


Son due le stille son due le stille


Della verità


Amori infami


Nozze tremende


Senza pità


Il figlio nuovo


Quello incontrato


Morte avrà






XUTO: eccolo il vecchio, ben più vecchio di me,


così fervido di zelo


che tutti ne ridevano: versava


dalle anfore l’acqua per le mani,


accendeva il profumo della mirra,


presedeva alle mescite del vino,


dava ordini a se stesso e si ubbidiva.


Offre a mio figlio una coppa colam fino all’orlo






VECCHIO: prendi, mio signore nuovo


ERNESTO Aviti a pavà tutti quanti






ERNESTO: (Bestemmia)






XUTO: Il servo pronuncia una parola di malaugurio


IONE: che Nessuno beva. (Togliendo il telo dalle mani)






SERVO: Fu allora che uno stormo di colombe in volo


immerse il becco in quel vino, e solo quella


che bevve dov’era il vino di quel figlio nuovo


levò un grido acuto.






GENEALOGICA: L’Aciddu: muriu!






TUTTE LE DONNE DIETRO LE PANCHE






IONE: Chi voleva uccidimi?


Dimmelo, vecchio.






TUTTI : CREUSA






CREUSA: Non mi toccherai,


qui dove sono, in nome del mio dio.


IONE: Che hai in comune, tu, con il mio dio?


CREUSA: gli consacro il mio corpo.


IONE: Però avveleni chi gli è consacrato.










CREUSA: Se mi vorrai scannare in questo tempio


ne soffrirà che mi ha fatto soffrire


IONE: E’ orribile che un dio imponga agli uomini


leggi senza giustizia né saggezza. ,


L’ingiusto si dovrebbe scacciare


dalle are, non ospitarlo, che non tocchi


una mano maligna ciò che è sacro.


I giusti si rifugino nei templi,


i giusti offesi e gli dei


non siano uguali per i buoni e gli empi.


PIZIA: Frenati, figlio.


CORO IL DIO IL DIO….(ondeggiano il telo)


IONE CHI SEI?






PIZIA: Io profetessa di Febo, custode della legge antica,


lascio il santo tripode per venire qua


IONE: Ti saluto madre,


madre amata che non mi ha generato.


PIZIA: Mamma, chiamami così, è così dolce.


IONE: Avrai saputo che tentò d’uccidermi.


PIZIA: So si, si so... so anche che sei crudele, che fai male.


IONE: Perché chi uccide pago con la morte?


PIZIA: No, no. Te ne aj i...


IONE: Non capisco madre


PIZIA: Te ne devi andare nella tua patria. Vattinni.


Puro vai ad Atene, mamma ti manda con buoni auspici.


IONE: Chiunque ha ucciso un nemico è ancora puro.


PIZIA: Tu no. Tu non la sa a verità. Te la dice Pizia.


Ricevi le parole che ho per te.


IONE: Dimmi ogni parola tua è buona.


PIZIA: Piccole bende.


IONE: Vedo che sono piene d’anni.


PIZIA: qui al tempio, appena nato, io ti accettai.


IONE: Le hai tenute celate da quel giorno?


PIZIA: Fu il dio a volerti al suo servizio,


fu il dio a volere che le serbassi qua. E mo da qua a là.


IONE: Ora non più?


PIZIA: Dicendo chi è tuo padre dice vattinni.


IONE: Dunque mi porti tracce di mia madre?


PIZIA: Si perchè il dio vuole e prima non lo volle.


IONE: Giorno felice di rivelazione. Grazie o madre.


PIZIA Va in cerca della vera madre. Addio ti bacio?


IONE: Quando tra le braccia d’una madre


Perdutamente si sorride al mondo,


mi fu tolto anche il latte di mia madre.


Infelice lei pure, la sua pena


Fu simile alla mia, lei che perdette


Le gioie della sua creatura.


Piuttosto che non trovi ciò che non vorrei.


Se accade che mia madre sia una schiava


È più triste incontrarla che ignorarla.


O Febo, le offro a te. Non posso


Faccio male. Così combatto il dio,


che ha voluto salvare questi segni


d’una madre.






CORO: APRI, APRI APRI (tutti dientro Cinzia)






IONE: Apro le sacre bende.










CREUSA: Che vedono i miei occhi?


IONE: Taci tu!


CREUSA: Con quelle io ti fascai.


IONE: Prendetela, ha lasciato le sacre IMMAGINI è posseduta






CREUSA:


CREUSA SCENDE


Mia lunga morte! Ma non lascerò


Ne te le bende.


Chi ti amava ti ritrova.






SCHIERATI DIETRO LE PANCHE RACCOGLIERE IL TELO FINO AL BUCO






IONE: T’avrò tra le mani.


CREUSA: E’ ciò che io spero. E ora dimmi cosa vedi in quelle bende.


Guardate tutti.


C’è un tessuto lasciato a mezzo?


IONE: Si.


CREUSA: E’ quello che feci da fanciulla e che interruppi.


IONE: No... dimmi il disegno.


CREUSA: La gorgone, nel centro della trama...


E ora cerca il ramo del primo ulivo che piantò Atena


E se c’è è verde ancora.






IONE FA VEDERE LE BENDE






CORO: BI... BI...BI....(musica)






IONE: Madre, amatissima madre...


CREUSA: Sei tra queste mani, trovato e non sperato.


Non sono più la donna senza parto.


Né più la casa è senza focolare,


né più la terra è senza i suoi signori.


IONE: Venga anche mio padre qui tra noi


Partecipi alla gioia che vi ho dato!


CREUSA: Figlio che hai detto!


Tu da un altro sei nato. Da un altro!


CREUSA: Il dio Febo


IONE: Nomini Febo?


CREUSA: Mi unii a lui, in segreto.


Ti diedi alla luce, poi forte ti avvolsi dentro questi panni verginali, ti buttai nella notte della morte.


IONE: Come soffristi.


CREUSA: Ti uccidevo e non volevo.


IONE: E tu per mano mia morivi.


O Caso, uccidevo mia madre.


Ed eccomi figlio di un dio. Io che nulla ho di divino.






XUTO: Oh, i nostri


Destini, di allora, di ora!


Travolti qua, là, dalla sventura


Alla ventura,


sul nostro mare non sostò mai il vento:


Abbastanza soffrimmo. Ora


che dai mali venga il ristoro.







Parti Creusa, con tua figlio, va


Nella terra di Cecrope, tu ponilo


Sul trono dei signori, perché è giusto


Che un discendente d’Eretteo governi


la mia terra. E laggiù avrà la gloria.


Nasceranno dall’unica radice


I quattro figli che daranno i nomi


Tribali del mio popolo che vive


Sulla mia terra.






E abiteranno


L’una e l’altra riva, gli opposti approdi


D’asia e d’europa. Dal nome di Ione


Ioni saranno detti nella gloria dal mio nome






ERNESTO: E XUTO?






XUTO: ssttt!!! lascia a Xuto la sua dolce illusione.