lunedì 3 febbraio 2014

Guerrin Meschino

 “ GUERRIN MESCHINO”


Debutto 29 gennaio 2014
Reale Cantina Borbonica
- Partinico, Palermo

la produzione
immagini 

Personaggi:

Il Puparo

La Perpetua

Guerrino
Due Pupi
Scena in controluce, un tavolo, due sedie e un baule con una armatura dentro.
Due pupi danzatori e la Perpetua che pulisce a terra.

trascrizione :Sara Giannelli

Cartello primo
COME MILONE COMBATTE' PER AMORE DI FENISIA E LA VINSE

Perpetua : 2,40 Prima di ridursi qui a stare
a un cantone di piazza Carbone,
di fronte al casotto delle vastasate,
dove per cinque centesimi a testa
conta la storia dei paladini
alle serve di passo, ai caporali in franchigia…

Puparo: il silenzio è meraviglioso A quel tempo grandi fiumi scorrevano per grandi foreste, sulla terra il silenzio era meraviglioso. le stagioni non usavano ancora mischiarsi, ma ciascuna aveva per stemma un colore e un animale diverso: la primavera, un'allodola celeste; l'estate, un toro di bronzo infocato; l'autunno, una tortora grigia;

Copista/Guerrino. toc toc

Puparo: l'inverno, un lupo di pelo nero che raspa dietro la porta...
il silenzio è meraviglioso 3,29 Erano quattro, le stagioni, ma le prime duravano un lampo, mentre l'inverno sembrava non finire mai, famelico, lamentoso, dove ciechi avanzavano in fila, l'uno appeso ai panni dell'altro, e sul fango delle piazze impiccati si dondolavano al vento...

Copista/Guerrino . toc toc
Puparo: Giorni senza pietà, che gelavano l'acqua nei pozzi e aggranchivano nei guanti di ferro le dita, ma non il cuore nel petto dei giovani cavalieri. Fai entrare..(alla Badante ).
4,19 Milone, principe di Taranto, amò Fenisia per sola fama. Si diceva, di Fenisia, ch'era orfana del re d'Albania, di quindici anni,
venne da oltremare il mercante Sinodiano e al cospetto di Milone sciorinava le sue mercanzie. Afferma d'averne venduto uguali alla principessa.
Si vanta d'averla sorpresa nuda, nello spiraglio fra due battenti, mentre indossava per prova una camicia di Smirne.
Racconta che un soffio di vento aveva socchiuso d'un poco l'uscio, sì che s'intravedesse per avventura uno specchio, e in esso un corpicciuolo di tanto pulita e timida grazia da sentire, lui vecchio, per tutte le vene un fulmine di violenta felicità.

Perpetua : Prima di ridursi qui a stare
a un cantone di piazza Carbone,(Porta il caffe a Puparo)

Puparo: … Così parlò Sinodiano e fu per l'ultima volta. Poiché Milone, avendo scelto per suo pensiero a vergine per irrevocabile sposa e volendola vendicare di quegli sguardi e parole, ordinò si mozzasse la lingua allo spione e si cavassero gli occhi. Quindi con una mancia di danari d'oro lo rimise nella sua nave.

Perpetua :Epperò lui non poteva dormire: sempre con quell'abbaglio di carni fresche e chiare davanti.

Puparo: Né le parole del mercante cessavano di tuonargli dentro le orecchie e di rosicchiargli la mente. Invano si levava all'alba ogni giorno per chiedere alle fatiche della caccia qualche torpore di sasso che lo abbattesse smemorato in mezzo all'erba d'un prato. Invano ingiuriava dentro di sé la cara immagine e il nome...
Mandò messaggi di nozze ai fratelli di lei,
Ne ottenne, non anche un diniego, ma una risposta di beffe. Allora armò la flotta e salpò da Brindisi contro Durazzo alla guerra.

Perpetua Quanto sangue e come dilaga per la contrada, dalle sodaglie del sottobosco ai colti fuori le mura, fino a stamparsi in vermigli spruzzi sui merli, le selci, gli stipiti della città!

Puparo:Giacciono i corpi dei prodi nelle più acrobatiche pose. Come quando la tromba d'aria con la sua coda di drago scerpa gli alberi e li sparpaglia attraverso la scortecciata campagna. Non si capisce chi è cristiano e chi no, a tal punto si son confuse le membra nello spiccarsi dai corpi; né si capisce chi ha perso, chi ha vinto.
quale cornucopia di uccisi! Vedi più oltre, come abbracciati amanti, Lamberto di Pavia e Tiberto di Scutari, morti entrambi ma ancora in piedi, sorretti dall'arco che fanno i due corpi e dal suggello d'una lancia che li trafisse entrambi e saldò. Proseguimi.... (al Guerrino)

Guerrino … seguire le peste di Milone ….. fino al palazzo reale,..

Perpetua : Quanto sangue.

Puparo tutto qua! Del guazzabuglio macaronico di cui si serve Babele, e dove si ritrovano schegge di siciliano, albanese di Piana de'Greci, latino, spagnolo, lingua d'oc, greco antico del Salento ...tutto qua!

Guerrino ….........Milone già calca alla cerca le mille sale, imbratta i delicati tappeti, straccia con mani avide i cortinaggi dei letti... Fenisia aspetta in fondo all'ultima stanza ed ha un cuore di serva.

Puparo CERVA! Di taluna espressione la glossa più plausibile si troverà a piè di pagina là dove l'espressione stessa ricorre.

Guerrino Ha udito le guardie con gesti precipiti abbandonarla, l'ultima ancella evadere per un passaggio segreto.

Puparo: Lei no, lei non fugge. Al suo spavento una pigrizia si sposa, quasi un languore. Non può, non vuole pensare con odio a chi di tanto desiderio l'ha avvolta.

Guerrino Aspetta e sente in confuso che un destino superbo la sta cercando. Sobbalza nell'intendere un passo guerriero che sopravviene e il pavimento ne trema.

Puparo:Si leva, brandisce un pugnale, ma sa che lo lascerà fra un istante cadere. Sa che fra un istante un signore, sudicio di carneficina, la prenderà fra le braccia gemendo; e che lei non potrà, non vorrà negargli il serto della vittoria, ma alla sua forza risponderà con un urlo di trionfale dolore.
...citazioni di testi venerandi

Guerrino Marco Polo, Brunetto Latini ….cro­niche del Trecento.

Puparo nient'affatto , quasi certamente inventate da me e lasciate alla fantasia enigmistica del lettore.

Perpetua Quanto sangue sui lini, sulla bianca camicia di Smirne.
Altro sangue, altra morte.
Prima di ridursi qui a stare
a un cantone di piazza Carbone,

GUERRINO, NATO DA MILONE E FENISIA, E' VENDUTO PER TROVATELLO E QUINDI AFFRANCATO. SUO AMORE PER ELISENA

Perpetua Così Milone s'insignorì a un tempo di Durazzo e di Fenisia. Così dallo sposalizio con questa, fattasi frattanto cristiana, gli nacque al tempo debito un figlio cui mise nome

Puparo:Guerrino, un bambino di membra forti, che già nel modo di serrare i piccoli pugni mostrava un fare d'imperio. Proseguimi..... (al Guerrino)

Guerrino In più, una croce di sangue fra pelle e pelle gli macchiava l'omero destro,
Fu un presagio, per i due genitori, di certissima regalità e ne discorrevano accanto al fuoco, raccontandosela come in un sogno. Sogno di poco fiati, poiché due mesi appena dopo il battesimo il luogo fu messo a sacco da un esercito di epiroti, sterminata la guarnigione, Milone e Fenisia in catene.
L'infante scampò a fatica in braccio alla nutrice e con lei corse il mare. In fasce com'era, fu tratto al mercato di Salonicco e venduto schiavo al siniscalo Epidonio, da farne dono alla sterile moglie

Puparo:accolto benignamente per prole vicaria, in ragione della oscurità del lignaggio e della miserabile sorte fu ribattezzato il Meschino.
Passano dieci anni e poi dieci. Guerrino cresce, adolesce, si rinforza di muscoli e ingegno, spicca per singolare bellezza e malinconia.

Guerrino Ha saputo d'essere di padre ignoto, si lagna della condizione servile, benché da Epidonio gli sia promesso fra breve l'affrancamento.

Puparo: Dunque
Guarda i compagni dell'età sua, durante i giuochi guerreschi, né si capacita che solo lui sia di razza bastarda, che solo lui sia albero senza radice. S'ingelosisce e piange in segreto, udendo ciascuno chiamare a gran voce: “padre mio,” “madre mia...”

Puparo: Dunque giura, potendo, di battere terre e mari finché non ritrovi chi ti generò.

Guerrino Venne alla palestra il giovinetto Alessandro, erede al trono imperiale,

Puparo Prestante più d'ogni altro gli parve Guerrino:

Guerrino “non conosco costui,” Alessandro mormorava, “ma dev'essere un gran cavaliere,” e deliberò di cimentarglisi contro.
né passò molto che volle farselo amico.
Chiamò un giorno Epidonio: “Guerrino è tuo schiavo,” “Dammelo in dono o per prezzo.”

Puparo “Schiavo assai meno che figlio,”
Ma se l'affranchi tu stesso,” “sarò contento di fartene dono.”
Il che Alessandro promise.

Guerrino Così come tu mi vedi, io sono solitario nel mondo e più derelitto d'un orfano.

Puparo prosegui

Guerrino io m'arrovello nella vergogna d'esser nessuno, né posso con le mie gesta fare illustre nessun sangue o levare occhi amorosi su donna gentile con speranza d'esserne corrisposto.”

Puparo: 14,30 Passano gli anni . Guerrino cresce, adolesce, si rinforza di muscoli e ingegno, spicca per singolare bellezza e malinconia.

QUI CONTA DEL TORNEO BANDITO PER MARITARE ELISENA

Puparo "Udite, udite!" Si fanno al davanzale le pulzelle, le spose, Un cavallaro che accomodava un ferro a una zampa, un barbiere che tondeva a uno scudiero la gota, un pesciaiolo che vantava fresco, sollevandolo in aria, un suo pesce... tutti sospendono il gesto e s'inchiodano in un'attenzione di pietra.
"Udite, udite!" il patto è che la giostra duri tre giorni; e il vincitore sposi Elisena.

Perpetua Ebbe infine inizio la prova, La gente guarda, sibila, applaude.
Rimase a lungo nella memoria di tutti il duello di Rainulfo con Pinamonte. quando Rainulfo stramazza e sta...nella polvere, a braccia inermi e inerti, supino, mentre Pinamonte gli pende sopra e con un grido – più ululo di fiera che voce d'uomo- s'incorona da sé vincitore.

Puparo Precipitoso Pinamonte! Vòltati, Pinamonte! Non t'avvedi che alle tue spalle una meraviglia succede che non t'aspetti? Non badi al silenzio, all'attonimento che serra d'improvviso le bocche delle migliaia e ne svia gli occhi a una cosa che accade dietro di te.
Vòltati, Pinamonte: dov'era la porta di tramontana, sigillata da una traversa di sbarre, irta in cima di cocci e apici di ferro, scavalcandola d'un balzo solo, un cavallo immenso e bianco è piombato dentro l'arengo e sprizza dagli zoccoli fuoco. Un cavaliere lo monta che sprona contro di te ed è privo d'insegne e ti sfida. Indossa una sopraveste di raso nero, imbraccia uno scudo nero, sparso di gocce d'argento che paiono lacrime. Gli balenano gli occhi nella fessura della visiera. È quel baleno l'ultima luce che godi prima di procombere a terra senza più sensi.

VENNE GUERRA TRA TURCHI E CRISTIANI

Guerrino Come apparve così il cavaliere Nero disparve.

Perpetua Un palafreniere che aveva ardito trattenerlo per il morso, si ebbe una piattonata e gridò lasciando la presa.

Puparo.17,27..rifiorisce la rosa sul viso della principessa Elisena.
Epperò, sapere chi è, dove trovarlo, l'incredibile vincitore! Non solo per festeggiarlo ma per smentire , gli argomenti di Pinamonte.

Perpetua L'imperatore si grattò il capo, chiese un'ora per discorrere coi suoi savi come estrarre il piede dal cappio. Rispose infine che non è lecito dare la palma a chi è stato vinto

Puparo..poiché se mai quel cavaliere Nero, anche di qua a dieci anni, tornasse a rivendicarla, a lui si sarebbe dovuta serbare, non essendo nel bando prescritto termine alcuno di tempo.
Guerrino serve a tavola con occhi bassi e taglia con un trinciante le carni.
Elisena chiese a Guerrino: “O Guerrino, hai pur veduto il cavaliere senza nome?”

GuerrinoL'ho veduto,” “L'ho veduto e toccato da presso, più che non pensi.”

Puparo..“O dove l'hai tu veduto?

GuerrinoFossi armato....... ,”

Puparo..La veglia era già moribonda, già il livore dell'alba imbiancava le finestre.
Ed ecco un fracasso alle porte, ecco fra quattro giganti nubiani un minuscolo nano irruppe, che aveva una pergamena con sigillo d'anello reale. E grida che Astiladoro manda lui per sfregio a dichiarare la guerra: Astiladoro, il re di Turchia, il padre di Pinamonte, sorto a vendetta del primogenito offeso.

Guerrino Allora fu guerra

Puparo..il Meschino si rallegrava, sperando di mostrare la sua forza. Talché Elisena gli disse una volta: “Per certo tu devi essere turco, tanto lieto mi pari delle nostre disgrazie. O turco o poltrone, e dunque non venirmi davanti agli occhi mai più.”
Così Guerrino terminò d'improvviso di amarla,

Guerrino Un teatro di spaventi e di meraviglie... seppure non è un Dio fanciullo che gioca con l'onde come talvolta fa con le nuvole... Altrettante, nel campo, l'immagine della battaglia. Dove ogni momento si sciolgono e ricompongono groppi d'armati e destrieri, creandosene, a guisa di mischia amorosa, le forme più strambe: d'ircocervo o chimera, d'arbore informe, di cometa caudata... !
Un grande cavallo bianco lo porta, che ha in fronte una pezza bruna, onde lo chiamo Macchiabruna, lo inforco
E già sguaino la spada per la vendetta suprema,

Puparo..
Terribile e bello è Guerrino a vedersi. Raggiato tutto dal sole che nell'atto del declinare accendeva i fuochi suoi più superbi,..

Non si dovrebbe diventar vecchi.21,09


Cartello Secondo

Perpetua Prima di ridursi qui a stare,
nessuno lo poteva tenere,
era un farfarello dai piedi di vento,
camminava in aria fra due palazzi
mangiava il fuoco, mangiava le spade,
questa vince, questa perde,”
diceva ai villani gabbamondo delle tre carte

COME GUERRINO ENTRO' IN UN BOSCO
E GL'INCONTRI CHE VI FECE

Puparo La nave portò Guerrino dove lui volle,

Perpetua Il tempo era d'estate. Guerrino cavalcava ad agio, un po' per prudenza, stante gl'incomodi del terreno, un po' per una delizia pigra dell'animo.

Puparo Alto era il silenzio, all'intorno, e tale da venirgliene un oblio di qualunque strepito e sozzura di guerra.
Andava dunque Guerrino per il bosco, sentendolo immune d'ogni pedata d'uomo, bensì popoloso di presenze invisibili,

Guerrino Un fruscio ne sorgeva, e poi un altro, e poi un altro, sillabe d'un ragionamento innumerevole e unanime, quale un orecchio bambino può intendere accostandosi a un alveare o all'imbuto d'una conchiglia.

Guerrino la dove indugiò Macchiabruna a brucare taluna erba fra le radici d'un frutice, mi piacque smontare e muovermi a piedi dove più fitto era il verde e più golose in vista le piante,

Puparo 23,50 Ne colse, ne gustò e in un baleno eccolo sonnacchioso abbandonarsi sul suolo, col braccio destro richiuso ad arco sugli occhi.
Così un tempo smemorato trascorse, finché un tocco sfiorò Guerrino,
Balzò in piedi, col cuore in allarme, traendo già due dita di spada. Nessuna vista gli apparve o appena, volante fra gli alberi, l'ombra di 'un'ombra.
Un immobile silenzio seguì.

Guerrino La selva tutta s'era impietrita in una stupefazione, perfino il correre del rivo fra le due sponde s'era sospeso in attesa.
Finalmente l'ombra tornò, si fece visibile e grossa: era una scimmia:

Puparo Guerrino gli mosse incontro, né ebbe fatto due passi ch'essa gli si mutò d'improvviso e di scimmia divenne falcone; quindi gazza, pappagallo, scoiattolo; quindi peloso villano; per palesarsi alla fine, vestito d'una zimarra di saia e in atto di confessore, il vecchio cabalista Eudocio, così caro all'animo suo.
Guerrino possedeva un cuore innocente. D'infinita destrezza animale, d' intrepidi sensi, dotto in scienze umane e divine, egli rifuggiva però da ogni sospetto e facilmente cedeva alle più ingenue lusinghe del sangue. Così corse verso le braccia del mago,

Guerrino Un ululo di raccapriccio e d'ira, una ferina voce di disinganno, che i mille echi della selva raucamente moltiplicarono.

Puparo Mentre le braccia gli ritornavano vuote al petto e in una colonna di zolfo e fumo
la sembianza d'Eudocio si dissolveva.
Un diabolico inganno, dunque.

Guerrino E Guerrino fortificò mente e cuore alla guerra che s'annunziava. Qualcuno, una forza delle tenebre, era all'erta per impedirgli d'andare. D'ora innanzi sarò stato altrettanto vigile quanto ardito all'impresa.
Il secondo incontro fu col gigante Macabeos. Non un abbaglio degli occhi, costui, ma mostro energico e immane, di toccabile sostanza. Contro cui, tuttavia, il duello durò poco,
poi un cristiano d'Armenia,
un messer Brandisio francese

DELLE ALTRE COSE CHE GUERRINO VIDE NEL BOSCO

Perpetua Ma appena ebbe il Meschino detto della scimmia parlante e della falsa visione di Eudocio, messer Brandisio gli diè sulla voce:

PuparoUn demone abita quest'aria,” “che ha virtù di cangiarsi in qualsivoglia forma d'uomo, animale o pianta. Tuttavia si duole, potendo essere mille, di non essere nessuno. Così ora lo vedi farsi lumaca, ora corolla di fiore, ora scorza d'ulivo, ora florido giovinetto... Plurimo e solo, senza mai requie, seppure non abbia a cessare l'incantesimo che lo costringe.”

Guerrino Quale incantesimo?”

PuparoCostui fu già un signore, innamorato di sé quanto può esserlo un uomo. E davanti a ogni specchio: Io, gridava. Io, Io, Io!

Perpetua Io, Io, Io! Ripeteva infinite volte, inebriato di rimirarsi e di essere unico. E mandava a morte chiunque gli pareva che un poco gli somigliasse,

Puparo o seppellendolo vivo con la sola testa di fuori, o empiendogli nelle stalle la bocca, le narici e le orecchie di sterco equino, o stringendogli la fronte con un nervo di bue fino a scoppiargli gli occhi dal guscio... Ora costui, Incontrò una fonte affatata, dove comincia a rimirarsi, dimenticando di bere, nell'estasi di sé. Sorto un moto di vento e rimescolatasi l'acqua, vede tornargli sconciate le postille del viso. Del che stoltamente furioso, si vendica lapidando le linfe e lordandole. Se non che, nel partire, avendo colta e gustata una bacca dell'albero che ivi allargava i suoi rami, cessa subito d'essere sé ed acquisita potere d'essere tutti tranne che sé. A somiglianza di quel versipelle ramarro che chiamano camaleonte...”

Guerrino Dio ne scampi,” “Pure io so di chi, piuttosto d'essere sé, solamente a metà, amerebbe non esser nessuno...”

Puparo quindi una creatura apparve, saltando fra i rovi con l'agilità di una bestia.

Guerrino “Non vogliamo il tuo male, ma solo conoscerti. San Michele del Pericolo m'abbandoni, se sto dicendo menzogna!”

Puparo Allora l'uomo uscì dalle foglie e gli venne incontro timidamente. Mai Guerrino aveva conosciuto essere più velloso e di pelle più pallida. Quasi non aveva lacerto dove non crescessero aculei ispidi e neri. Sotto i quali, tuttavia, la carne si mostrava di bianchezza antica, da far pensare che non avesse goduto sole da molte stagioni. La voce, quando la emise, suonò stridula e cigolante come d'una carrucola arrugginita.

VERA STORIA DEL ROMITO MANIACE

Puparo Chi siete? Quale Dio è il vostro?” Non può essere che il mio, l'unico, in verace, dappoiché invocaste il nome dell'angelo benedetto. Epperò, se giudico il viso, due mi sembrate cristiani, il terzo più saraceno che nostro...”

Guerrino E' cristiano anche lui,”
Cristiano d'Armenia. E nel nome di Dio ti prega, com'io insieme ti prego, di assisterci in questo luogo strano; e condurci nella tua trabacca o caverna, dove possiamo deporre le membra un poco, al riparo da fiere o da incanti.”

Puparo Perdonatemi se ho avuto paura di voi,” “Da molti anni io non parlo se non con fantasime. Questa selva è contraffatta, dove son venuto volentieri a patire per i miei tremendi peccati, deliberato di starci il tempo che mi parrà sufficiente a lavarmene.”

PerpetuaSuo padre,” “fu un mercante ricchissimo,
Ne venne che, con false accuse di fellonia, l'ebbero presto spogliato di tutto e mandato esule in Cappadocia insieme a lui bambino Crebbe riottoso, superbo, impaziente d'autorità.

Puparo Persino a Dio, tremo nel confessarlo, rifiutai di servire.

Guerrino
Abbraccio,”la tua sventura Tanto è vero che l'usar troppo una virtù, massimamente nei giovani, genera vizio...

Puparo Mia madre era morta, con mia somma afflizione, sicché mio padre, potente ancora e di gioviale apparenza, si mise in casa per sposa, contro il mio grado, una avvenente circassa, che non aveva più dei miei anni.Vedermi e ardere, per costei, fu tutt'uno.

Guerrino
Abbraccio,”la tua sventura

Puparo E in assenza del padre, ch'era fiero cacciatore e volentieri per un cervo barattava il caldo del letto, m'era ognora negli occhi con sempre nuovi cavilli.
Un giorno non ressi e la presi.
Il commercio durò qualche tempo e tanto s'inventerò da farci smettere le ordinarie cautele.
Così un meriggio che, affocati dalla calura e dal comune prurito, c'eravamo chiusi in un camerino, mio padre ci sorprese stretti d'amore e, ruggendo e piangendo, ci fu addosso con una spada.
Per quante terre vagai dopo, e con quali pensieri! Poiché io amavo mio padre; né mai avrei voluto farmene traditore e carnefice.
Qui attendo un segno del cielo, che venga a darmi franchigia. Sebbene questo segno finora non è venuto...”

Guerrino
Abbraccio,”la tua sventura, essendo tu più sventurato di me, che mi pareva impossibile cosa. Orfano anche tu ma più orfano di me, che hai divelto con le tue stesse mani la radice che a me mani altrui. Possa di ciò perdonarti il cielo, tu insegnami come uscire da queste forche e la via che conduce fino agli alberi del Sole, dov'è detto ch'io abbia notizie della mia generazione.”

Puparo Aspramente giungerai fuori di questo bosco,


Guerrino La strada non mi spaventa” “E nemmeno gl'incontri. Ma dimmi: non conosci in questi futuri frangenti persone di cui io debba stare in fede o in sospetto?”

Puparo“Due ve n'ha” “L'uno savio e pio, ch'è il Presto Giovanni; l'altro empio e reo, ch'è il Veglio della Montagna. Confida nel savio e non temere il malvagio. Così mi dice la scienza degli astri...”
Guerrino E qui cadde a terra, preso da un convulso delle membra che pareva mal caduco.


INTERMEZZO

Perpetua Vorrei sbagliarmi, ma credo
che ogni giorno di più
dubita di non esistere,
d'essere un'armatura piena di vento,

Puparo Come se noi fossimo più veri
dentro i nostri gusci di carne,
trinciando gesti a vanvera nell'aria,
gorgogliando parole a tocchi
come una giara troppo piena...

GUERRINO TENTATO E ALTRE OCCORRENZE

Guerrino E cammina cammina, la foresta non finiva mai.

PuparoSiamo nel luogo delle Pietre Bianche!”
Ora una rena polverosa sorge dall'oriente e se ne fa squallido il cielo; da ponente altro turbine spira.
Ma già fra l'una e l'altra avanguardia di cavalieri correnti il terreno s'assottiglia, manca poco che giungano all'urto. Risuona la casa di gemiti, si alle finestre le fanti, per la corte si sparpagliano squadre di spaventate galline. Solo il Meschino, immoto sopra la soglia, grande d'animo e corpo, rimane a guardia del focolare innocente.

GuerrinoSono Guerrino,” “cavaliere di Costantinopoli. Chi altro volesse sapere, di me e della mia schiatta, lo domandi alla punta della mia spada.”
Se dopo tanti rimbombi e annunzi di morte, vi vedo d'improvviso qui pacifici intrattenervi, è indizio che ai vostri signori il senno consiglia di non pagarsi la vittoria col sangue dei popoli, bensì cercarla in singolare tenzone. Di questa io mi propongo per giudice, se vi abbisogna uno che sappia d'armi e non pencoli verso nessuno.”

Puparo Cosa di ciò avvenne, e in che modo, il conto domani o doman l'altro lo conta.

COME DOPO UN DUELLO TERRIBILISSIMO INOPINATE NOZZE SI FANNO

Guerrino Scorre il sangue, se ne insozzano i giachi, i lucenti schinieri, gli scudi. Così spessamente rosseggiano nei corpi le piaghe che il ferro non giunge se non dove prima era giunto. Allo stesso modo un aratro ribadisce il debole solco e lo affonda.
in uno stesso frangente si videro i due accasciarsi esanimi ciascuno dalla sua parte, fra l'orrore e le lacrime dei partigiani d'entrambi.
La sorte uguale dei quali sembra a tutti un segno celeste che non si debba procedere oltre con la contesa
Noi veniamo di ponente e andiamo solo cercando la ventura che Dio ci darà.”

Puparo Così, fra grandi feste, messer Brandisio rimase e Guerrino ripartì solo.

VIAGGI NOTTURNI DI GUERRINO E BATTAGLIA COL GRIFONE

Piaceva a Guerrino viaggiare di notte. Purché ci fosse un poco di chiaro di luna. S'incamminava, lasciando alla prudenza del destriero le briglie, e fra sonno e veglia seguiva docilmente le vicende dell'ambio; qualunque cordoglio di vento per entro il cavo dei tronchi, o gemito di ruscello, o tonfo molle di frutto nell'erba, o striscio fra liana e liana di bestia che paventasse o preparasse un assalto... qualunque rumore pareva diventargli domestico e caro, un cenno d'intesa o sesamo che, meno si capiva, più gli pioveva nei sensi la somiglianza di un'estasi.

Guerrino passai il regno del re Pacifero, quindi aggirai le terre dei Tartari, e ciò durò altre trenta nottate. Venni ai piedi del monte Nibes, dove gli abitanti hanno piedi al rovescio, con la pianta di sopra, e hanno otto dita nel piede; conobbi uomini ch'hanno testa e bocca di cane e sono detti cinamoni; altri che non hanno capo ma hanno molti occhi dietro le spalle; altri che, appena nati, i loro capelli diventano bianchi e canuti e in loro vecchiezza anneriscono...

Puparo senza spogliarsi per troppa stanchezza, con addosso le gravi armi s'addormentò.
Il suo sogno fu di freschi colori. Gli pareva d'andare lungo un corso d'acque chiare,
La barca fluiva da sola, col passo stesso del fiume, secondandone i gai meandri, senz'aiuto di remo o timone. Guerrino fluiva con essa, accanto il viso sacro del genitore, il grande seno della madre ignota, ….. era tornata or ora a destargli sulle labbra un antico sapore e desiderio di latte...
Levò nel sonno le braccia, le strinse attorno a niente, appagandosene.
Aprì gli occhi. Una creatura incombeva su lui di specie mai vista, testa e ali d'aquila sopra membra di leone.

Guerrino grifone,” seppur non ne ho mai visti, né sono certo ve ne siano al mondo; chiudo gli occhi, se mai fosse solo una figura postuma del mio sogno.

Puparo Ma in quella provò nelle carni del petto un morso di becco feroce.
Fu Macchiabruna a salvare il padrone.

Guerrino Cominciò allora la zuffa più singolare che siasi mai vista. Una zuffa triforme, con viluppo di penne, braccia, zoccoli e zampe, da cui ogni volta il grifone con un battito d'ali si liberava, tornando quindi dall'alto a colpire. quindi, gli fé saltare la testa dal capo e in un momento lo stesi morto.
Non si dovrebbe diventar vecchi.


Cartello Quarto scene sfuse

Puparo Mi stropiccio le mani l’una con l’altra.
Sono due ghiacci ed erano bestie calde,
sollevavano il fuscello e l’incudine,
carezzavano, facevano male.....

COME GUERRINO SI SENTÌ CHIAMARE PER NOME

Guerrino Il cielo era di nuvole, ma il sole ne restava immune, sospeso sul filo dell'oriz­zonte al modo d'un rotondo bisante d'oro.
Puparo Annaspano ora, imbrogliano i fili,
i pupi cascano da tutte le parti.

Guerrino Così fu notte, e fu notte di dolore. Dalla quale limacciose ombre a ogni istante sorgevano a gemere fra le canne del fiume. Sicché, traendo il vento e facendo sibilare gli steli, io il Me­schino credevo avere mille persecutori alle reni, e che cia­scun tocco che mi sfiorava era un braccio che mi pigliava...

Puparo "Guerrino,"

Guerrino"Guerrino," "Eccomi"

Puparo Gli venne allora un dolore nel petto...

COME GUERRINO FU PRESO DA MALINCONIA

Guerrino"Eccomi," "ancora una volta gi­rovago per selve antiche e disagevoli transiti, e mi pare di combattere sempre con la stessa fantasima o sogno. Un tempo, a un mio semplice bisbiglio Macchiabruna annitrendo accorreva. Ora s'è fatto sordo e muto, una sera o l'altra cadrà. Io stesso non sto più così saldo in sella...

Puparo Una man­ciata di foglie gialle, scosse dal trepestio, si staccarono dal ramo, gli si sparsero sulla spalla... Allora un groppo co­minciò ad annodarglisi in gola, una lacrima gli scorse lungo la guancia, si fece strada sotto la cuffia di ferro...

Guerrino"Che mi succede?" . "Che tradimento è questo? Ieri era un giorno ancora perfetto, il sangue mi girava dentro con la facilità d'una musica. Il sonno, la fame, la sete mi nascevano come nascono i desideri d'un dio: con la certezza di soddisfarsi e quindi armoniosamente rinascere...
Poi ecco un nuovo mattino e nulla pare mutato, ma per fessure invisibili io sento che, goccia a goccia, un fiume nero m'invade e sulle labbra non mi vengono più che parole d'addio..."

Puparo … i pupi cascano da tutte le parti.
Ora la voce, ch’era tromba, flauto e tamburo,
suona unica per tutti i pupi,
cristiani e mammalucchi, vassalli e re di corona.
Il gemito dell’amante, il gemito del moribondo,
un’uguale tosse li recita…

Guerrino Così passai la notte, che fu tutta di pioggia — e pareva sul capo un picchiettio di zampe di passeri — fra pensieri d'abbandono e di quieta desolazione.

COME GUERRINO VIDE MORIRE E RINASCERE LA FENICE

Puparo le cose cominciano lentamente a svelarsi.
al centro della scena, alta quanto un tronco o un altare, una catasta di cortecce e frasche, di cui non si scorgeva l'autore, né si può credere fosse stato il vento o altro accidente della natura.

GuerrinoL' uccello scese con ruote fiacche,
Aveva la grandezza di un'aquila, ma dalla testa sopra le tempie gli uscivano due creste una da ciascun lato.
Penne attorno al collo gli splendevano, simili a quelle del pa­vone. Dalle spalle alla coda il colore era purpureo, la coda era color delle rose.
Si posò dunque sulla catasta Qui, deposta una suprema fascina che finora, a mo' di preda, aveva stretto nel becco, s'appollaiò sul colmo del mucchio e guardava fisso nel sole, aspettando.
Un brulichio di lampi s'accese, là dove con più forza un raggio eccita­va il seccume, e corse su per il rogo, tal quale una miccia si propaga via via lungo un tramite di minuscole esche ustorie.
Gli Scoprì occhi tri­sti, lacrimosi, umani; ali lorde d'una fuliggine antica; un collo grinzoso e sconciato dagli anni; Tutti i segni, insomma, d'un infinito disfacimento... l'incendio av­vampò.

L'uccello ne fu subito cinto, incoronato.
non potéi trattenere un grido, sebbene nes­suno potesse udirlo.

Puparo Terribile e bello come Guerrino , allora Raggiato tutto dal sole che nell'atto del declinare accendeva i fuochi suoi più superbi,..
Fu qui che dai rimasugli vide sortire un vermicello giallo­gnolo, e in un momento allungarsi, aggrandirsi, crescere quanto un pulcino, compiersi nel tempo di un'ora in grande, luminoso uccello, di doppia cresta, di color cina­bro, dalla coda colore di rose, in tutto uguale al defunto, se non che l'aspetto era ora di mirabile gioventù.
la fenice aprì l'ali, battendo in sul principio l'aria a tentoni, come un cieco interroga il suolo col piede; quindi sempre più certa, fin­ché si levò e fra le nuvole sparì.

Guerrino …Non si dovrebbe diventar vecchi.

CHIUSO PER LUTTO (23 maggio; 19 luglio 1992)

Puparo Basta così, giù il sipario, non me la sento stasera.
Si chiude. Vi rimborso il biglietto.
Lasciamo Guerrino per un bel po'
a sbrogliarsela con le tenebre sul ciglione
Gli farà bene vegliare anche lui
in questa Notte d'Ulivi della Sicilia...

Perpetua Sicilia santa, Sicilia carogna...
Sicilia Giuda, Sicilia Cristo...
Battuta, sputata, inchiodata
palme e piedi a un muro

Guerrino Isola leonessa, isola iena...
Cosa di carne d'oro settanta volte lebbrosa...

Puparo No, non verrà Guerrino a salvarla con la sua spada di latta a cavallo di Macchiabruna.....
Nessun angelo trombettier
e nel mezzogiorno del Giudizio
Il Guerrin Meschino suonerà per la vostra pasqua,
poveri paladini in borghese, poveri cadaveri eroi,
di cui non oso pronunziare il nome...

Guerrino Nessuna mano solleverà
la pietra dei vostri sepolcri...
Nessuna schioderà le bare dalle maniglie di bronzo...

Perpetua la candela cade di mano al Me­schino e si spegne;

Guerrino un dubbio insi­dioso cresce nella mia mente: se il fine occulto del mio cer­care fosse di non trovare..
un bavaglio mi cade sugli occhi ..."Io che ho sempre tenuto per fermo che la vista fosse virtù e la visione peccato......."e per la prima volta ho paura.

Puparo"Eppure," , "do­vrebbe esserti manifesto oramai che la vita è una tresca di deliri e di enimmi. Tu hai certo visto, viaggiando per i de­serti, le postille incise sugli obelischi caduti; e hai udito i linguaggi di Babele... Supponi che dicessero il vero?"

"Guerrino Come potrei?" "Sono cifre a me straniere, ignoro che volessero dire,"

Puparo"Ogni cosa," "è sulla terra cifra stra­niera e linguaggio di Babele. O forse tu credi, a paragone, più agevole il sentimento dell'uomo? Più aperti i suoi atti, i suoi desideri? Non t'accorgi quanto è oscuro ogni giudi­zio, quanto incerto ogni cuore?"

Guerrino Per difficile che sia, come dici, il quaderno dell'universo, io una cosa ho per certa e sosterrò; che tu sei mala bestia e distruggitore di gioventù!"

"Anch'io ho tinto di vermiglio la terra dietro di me. …. E forse ho trafitto solo larve con una spada di legno. Forse solo nella fantasia... Non vedi i fili che mi sono attaccati alle ascelle? Non senti che parlo con la gola d'un altro? Che sono uno marionetta?..."

Puparo … Ma il Veglio non t''ascolta, s'è dissolto nell'aria; oppure era appena quel po' di polvere fuggitiva laggiù, mulinata dal vento, dietro l'ultimo muro a secco dell'orizzonte....

E Per stanchezza dell'Oprante l'Opra finisce qui
CONGEDO DEL vECCHIO

Perpetua Ne avrai tante ancora da raccontare,
frottole e favole di cavalieri:....Ne sai storie e maneggi di dame

Puparo Potrei farvi ridere e piangere,darvi maltempo e beltempo, stupori e spaventi quanti volete....
Ma come da un otre che perde,la forza da me se ne va.

Perpetua "Vossia rimane quest'estate ancora. La piazza pare vuota senza vossia.,. bello la mattina passare e guardare le pitture del cartellone... sapere che almeno per finta, il buono vive e il maganzese muore,
"Puparo, non te n'andare.

Puparo"Quando una cosa finisce, finisce.

Guerrino «Ma allora," anche Guerrino il Meschino?.."

Puparo "Segui pure il tuo errore," se così più ti piace. Illuso di dirigere con le tue mani la musica del tuo destino..

Guerrino «E se anche fossero il bene e il male le due fronti d'una medesima erma io non berrò nella tazza che mi porgi........."

Puparo "Morendo io, muori anche tu,"
Perpetua "Puparo, non te n'andare.
Puparo "Che fa, non l'avevate capito?
Guerrino Tu come me Sei Guerrino , il Meschino."