Debutto 29 gennaio 2014
Reale Cantina Borbonica
- Partinico, Palermo
la produzione
immagini
Personaggi:
Il Puparo
La Perpetua
Guerrino
Due Pupi
Scena in controluce, un tavolo, due sedie e un baule con una armatura dentro.
Due pupi danzatori e la Perpetua che pulisce a terra.
Due pupi danzatori e la Perpetua che pulisce a terra.
trascrizione :Sara Giannelli
Cartello
primo
COME
MILONE COMBATTE' PER AMORE DI FENISIA E LA VINSE
Perpetua
: 2,40 Prima di ridursi qui a stare
a
un cantone di piazza Carbone,
di
fronte al casotto delle vastasate,
dove
per cinque centesimi a testa
conta
la storia dei paladini
alle
serve di passo, ai caporali in franchigia…
Puparo:
il silenzio è meraviglioso A quel tempo grandi fiumi scorrevano
per grandi foreste, sulla terra il silenzio era meraviglioso. le
stagioni non usavano ancora mischiarsi, ma ciascuna aveva per stemma
un colore e un animale diverso: la primavera, un'allodola celeste;
l'estate, un toro di bronzo infocato; l'autunno, una tortora grigia;
Copista/Guerrino.
toc toc
Puparo:
l'inverno, un lupo di pelo nero che raspa dietro la porta...
il
silenzio è meraviglioso 3,29 Erano quattro, le stagioni, ma le
prime duravano un lampo, mentre l'inverno sembrava non finire mai,
famelico, lamentoso, dove ciechi avanzavano in fila, l'uno appeso ai
panni dell'altro, e sul fango delle piazze impiccati si dondolavano
al vento...
Copista/Guerrino
. toc toc
Puparo:
Giorni senza pietà, che gelavano l'acqua nei pozzi e aggranchivano
nei guanti di ferro le dita, ma non il cuore nel petto dei giovani
cavalieri. Fai entrare..(alla Badante ).
4,19
Milone, principe di Taranto, amò Fenisia per sola fama. Si diceva,
di Fenisia, ch'era orfana del re d'Albania, di quindici anni,
venne
da oltremare il mercante Sinodiano e al cospetto di Milone sciorinava
le sue mercanzie. Afferma d'averne venduto uguali alla principessa.
Si
vanta d'averla sorpresa nuda, nello spiraglio fra due battenti,
mentre indossava per prova una camicia di Smirne.
Racconta
che un soffio di vento aveva socchiuso d'un poco l'uscio, sì che
s'intravedesse per avventura uno specchio, e in esso un corpicciuolo
di tanto pulita e timida grazia da sentire, lui vecchio, per tutte le
vene un fulmine di violenta felicità.
Perpetua
: Prima di ridursi qui a stare
a
un cantone di piazza Carbone,(Porta il caffe a Puparo)
Puparo:
… Così parlò Sinodiano e fu per l'ultima volta. Poiché Milone,
avendo scelto per suo pensiero a vergine per irrevocabile sposa e
volendola vendicare di quegli sguardi e parole, ordinò si mozzasse
la lingua allo spione e si cavassero gli occhi. Quindi con una mancia
di danari d'oro lo rimise nella sua nave.
Perpetua
:Epperò lui non poteva dormire: sempre con quell'abbaglio di carni
fresche e chiare davanti.
Puparo:
Né le parole del mercante cessavano di tuonargli dentro le orecchie
e di rosicchiargli la mente. Invano si levava all'alba ogni giorno
per chiedere alle fatiche della caccia qualche torpore di sasso che
lo abbattesse smemorato in mezzo all'erba d'un prato. Invano
ingiuriava dentro di sé la cara immagine e il nome...
Mandò
messaggi di nozze ai fratelli di lei,
Ne
ottenne, non anche un diniego, ma una risposta di beffe. Allora armò
la flotta e salpò da Brindisi contro Durazzo alla guerra.
Perpetua
Quanto sangue e come dilaga per la contrada, dalle sodaglie del
sottobosco ai colti fuori le mura, fino a stamparsi in vermigli
spruzzi sui merli, le selci, gli stipiti della città!
Puparo:Giacciono
i corpi dei prodi nelle più acrobatiche pose. Come quando la tromba
d'aria con la sua coda di drago scerpa gli alberi e li sparpaglia
attraverso la scortecciata campagna. Non si capisce chi è cristiano
e chi no, a tal punto si son confuse le membra nello spiccarsi dai
corpi; né si capisce chi ha perso, chi ha vinto.
quale
cornucopia di uccisi! Vedi più oltre, come abbracciati amanti,
Lamberto di Pavia e Tiberto di Scutari, morti entrambi ma ancora in
piedi, sorretti dall'arco che fanno i due corpi e dal suggello d'una
lancia che li trafisse entrambi e saldò. Proseguimi.... (al
Guerrino)
Guerrino
… seguire le peste di Milone ….. fino al palazzo reale,..
Perpetua
: Quanto sangue.
Puparo
tutto
qua! Del guazzabuglio macaronico di cui si serve Babele, e dove si
ritrovano schegge di siciliano, albanese di Piana de'Greci, latino,
spagnolo, lingua d'oc, greco antico del Salento ...tutto qua!
Guerrino
….........Milone già calca alla cerca le mille sale, imbratta i
delicati tappeti, straccia con mani avide i cortinaggi dei letti...
Fenisia aspetta in fondo all'ultima stanza ed ha un cuore di serva.
Puparo
CERVA!
Di taluna espressione la glossa più plausibile si troverà a piè
di pagina là dove l'espressione stessa ricorre.
Guerrino
Ha udito le guardie con gesti precipiti abbandonarla, l'ultima
ancella evadere per un passaggio segreto.
Puparo:
Lei no, lei non fugge. Al suo spavento una pigrizia si sposa, quasi
un languore. Non può, non vuole pensare con odio a chi di tanto
desiderio l'ha avvolta.
Guerrino
Aspetta e sente in confuso che un destino superbo la sta cercando.
Sobbalza nell'intendere un passo guerriero che sopravviene e il
pavimento ne trema.
Puparo:Si
leva, brandisce un pugnale, ma sa che lo lascerà fra un istante
cadere. Sa che fra un istante un signore, sudicio di carneficina, la
prenderà fra le braccia gemendo; e che lei non potrà, non vorrà
negargli il serto della vittoria, ma alla sua forza risponderà con
un urlo di trionfale dolore.
...citazioni
di testi venerandi
Guerrino
Marco Polo, Brunetto Latini ….croniche del Trecento.
Puparo
nient'affatto
, quasi certamente inventate da me e lasciate alla fantasia
enigmistica del lettore.
Perpetua
Quanto sangue sui lini, sulla bianca camicia di Smirne.
Altro
sangue, altra morte.
Prima
di ridursi qui a stare
a
un cantone di piazza Carbone,
GUERRINO,
NATO DA MILONE E FENISIA, E' VENDUTO PER TROVATELLO E QUINDI
AFFRANCATO. SUO AMORE PER ELISENA
Perpetua
Così Milone s'insignorì a un tempo di Durazzo e di Fenisia. Così
dallo sposalizio con questa, fattasi frattanto cristiana, gli nacque
al tempo debito un figlio cui mise nome
Puparo:Guerrino,
un
bambino di membra forti, che già nel modo di serrare i piccoli pugni
mostrava un fare d'imperio. Proseguimi..... (al Guerrino)
Guerrino
In più, una croce di sangue fra pelle e pelle gli macchiava l'omero
destro,
Fu
un presagio, per i due genitori, di certissima regalità e ne
discorrevano accanto al fuoco, raccontandosela come in un sogno.
Sogno di poco fiati, poiché due mesi appena dopo il battesimo il
luogo fu messo a sacco da un esercito di epiroti, sterminata la
guarnigione, Milone e Fenisia in catene.
L'infante
scampò a fatica in braccio alla nutrice e con lei corse il mare. In
fasce com'era, fu tratto al mercato di Salonicco e venduto schiavo al
siniscalo Epidonio, da farne dono alla sterile moglie
Puparo:accolto
benignamente per prole vicaria, in ragione della oscurità del
lignaggio e della miserabile sorte fu ribattezzato il Meschino.
Passano
dieci anni e poi dieci. Guerrino cresce, adolesce, si rinforza di
muscoli e ingegno, spicca per singolare bellezza e malinconia.
Guerrino
Ha saputo d'essere di padre ignoto, si lagna della condizione
servile, benché da Epidonio gli sia promesso fra breve
l'affrancamento.
Puparo:
Dunque
Guarda
i compagni dell'età sua, durante i giuochi guerreschi, né si
capacita che solo lui sia di razza bastarda, che solo lui sia albero
senza radice. S'ingelosisce e piange in segreto, udendo ciascuno
chiamare a gran voce: “padre mio,” “madre mia...”
Puparo:
Dunque giura, potendo, di battere terre e mari finché non ritrovi
chi ti generò.
Guerrino
Venne alla palestra il giovinetto Alessandro, erede al trono
imperiale,
Puparo
Prestante più d'ogni altro gli parve Guerrino:
Guerrino
“non conosco costui,” Alessandro mormorava, “ma dev'essere un
gran cavaliere,” e deliberò di cimentarglisi contro.
né
passò molto che volle farselo amico.
Chiamò
un giorno Epidonio: “Guerrino è tuo schiavo,” “Dammelo in dono
o per prezzo.”
Puparo
“Schiavo assai meno che figlio,”
“Ma
se l'affranchi tu stesso,” “sarò contento di fartene dono.”
Il
che Alessandro promise.
Guerrino
Così come tu mi vedi, io sono solitario nel mondo e più derelitto
d'un orfano.
Puparo
prosegui
Guerrino
io m'arrovello nella vergogna d'esser nessuno, né posso con le mie
gesta fare illustre nessun sangue o levare occhi amorosi su donna
gentile con speranza d'esserne corrisposto.”
Puparo:
14,30 Passano gli anni . Guerrino cresce, adolesce, si rinforza di
muscoli e ingegno, spicca per singolare bellezza e malinconia.
QUI
CONTA DEL TORNEO BANDITO PER MARITARE ELISENA
Puparo
"Udite,
udite!" Si fanno al davanzale le pulzelle, le spose, Un
cavallaro che accomodava un ferro a una zampa, un barbiere che
tondeva a uno scudiero la gota, un pesciaiolo che vantava fresco,
sollevandolo in aria, un suo pesce... tutti sospendono il gesto e
s'inchiodano in un'attenzione di pietra.
"Udite,
udite!" il patto è che la giostra duri tre giorni; e il
vincitore sposi Elisena.
Perpetua
Ebbe
infine inizio la prova, La gente guarda, sibila, applaude.
Rimase
a lungo nella memoria di tutti il duello di Rainulfo con Pinamonte.
quando Rainulfo stramazza e sta...nella polvere, a braccia inermi e
inerti, supino, mentre Pinamonte gli pende sopra e con un grido –
più ululo di fiera che voce d'uomo- s'incorona da sé vincitore.
Puparo
Precipitoso
Pinamonte! Vòltati, Pinamonte! Non t'avvedi che alle tue spalle una
meraviglia succede che non t'aspetti? Non badi al silenzio,
all'attonimento che serra d'improvviso le bocche delle migliaia e ne
svia gli occhi a una cosa che accade dietro di te.
Vòltati,
Pinamonte: dov'era la porta di tramontana, sigillata da una traversa
di sbarre, irta in cima di cocci e apici di ferro, scavalcandola d'un
balzo solo, un cavallo immenso e bianco è piombato dentro l'arengo e
sprizza dagli zoccoli fuoco. Un cavaliere lo monta che sprona contro
di te ed è privo d'insegne e ti sfida. Indossa una sopraveste di
raso nero, imbraccia uno scudo nero, sparso di gocce d'argento che
paiono lacrime. Gli balenano gli occhi nella fessura della visiera. È
quel baleno l'ultima luce che godi prima di procombere a terra senza
più sensi.
VENNE
GUERRA TRA TURCHI E CRISTIANI
Guerrino
Come
apparve così il cavaliere Nero disparve.
Perpetua
Un
palafreniere che aveva ardito trattenerlo per il morso, si ebbe una
piattonata e gridò lasciando la presa.
Puparo.17,27..rifiorisce
la rosa sul viso della principessa Elisena.
Epperò,
sapere chi è, dove trovarlo, l'incredibile vincitore! Non solo per
festeggiarlo ma per smentire , gli argomenti di Pinamonte.
Perpetua
L'imperatore
si grattò il capo, chiese un'ora per discorrere coi suoi savi come
estrarre il piede dal cappio. Rispose infine che non è lecito dare
la palma a chi è stato vinto
Puparo..poiché
se mai quel cavaliere Nero, anche di qua a dieci anni, tornasse a
rivendicarla, a lui si sarebbe dovuta serbare, non essendo nel bando
prescritto termine alcuno di tempo.
Guerrino
serve a tavola con occhi bassi e taglia con un trinciante le carni.
Elisena
chiese a Guerrino: “O Guerrino, hai pur veduto il cavaliere senza
nome?”
Guerrino“L'ho
veduto,” “L'ho veduto e toccato da presso, più che non pensi.”
Puparo..“O
dove l'hai tu veduto?
Guerrino“Fossi
armato....... ,”
Puparo..La
veglia era già moribonda, già il livore dell'alba imbiancava le
finestre.
Ed
ecco un fracasso alle porte, ecco fra quattro giganti nubiani un
minuscolo nano irruppe, che aveva una pergamena con sigillo d'anello
reale. E grida che Astiladoro manda lui per sfregio a dichiarare la
guerra: Astiladoro, il re di Turchia, il padre di Pinamonte, sorto a
vendetta del primogenito offeso.
Guerrino
Allora
fu guerra
Puparo..il
Meschino si rallegrava, sperando di mostrare la sua forza. Talché
Elisena gli disse una volta: “Per certo tu devi essere turco, tanto
lieto mi pari delle nostre disgrazie. O turco o poltrone, e dunque
non venirmi davanti agli occhi mai più.”
Così
Guerrino terminò d'improvviso di amarla,
Guerrino
Un
teatro di spaventi e di meraviglie... seppure non è un Dio fanciullo
che gioca con l'onde come talvolta fa con le nuvole... Altrettante,
nel campo, l'immagine della battaglia. Dove ogni momento si sciolgono
e ricompongono groppi d'armati e destrieri, creandosene, a guisa di
mischia amorosa, le forme più strambe: d'ircocervo o chimera,
d'arbore informe, di cometa caudata... !
Un
grande cavallo bianco lo porta, che ha in fronte una pezza bruna,
onde lo chiamo Macchiabruna, lo inforco
E
già sguaino la spada per la vendetta suprema,
Puparo..
Terribile
e bello è Guerrino a vedersi. Raggiato tutto dal sole che nell'atto
del declinare accendeva i fuochi suoi più superbi,..
Non si dovrebbe diventar
vecchi.21,09
Cartello
Secondo
Perpetua
Prima di ridursi qui a stare,
nessuno
lo poteva tenere,
era
un farfarello dai piedi di vento,
camminava
in aria fra due palazzi
mangiava
il fuoco, mangiava le spade,
“questa
vince, questa perde,”
diceva
ai villani gabbamondo delle tre carte
COME
GUERRINO ENTRO' IN UN BOSCO
E
GL'INCONTRI CHE VI FECE
Puparo
La nave portò Guerrino dove lui volle,
Perpetua
Il tempo era d'estate. Guerrino cavalcava ad agio, un po' per
prudenza, stante gl'incomodi del terreno, un po' per una delizia
pigra dell'animo.
Puparo
Alto era il silenzio, all'intorno, e tale da venirgliene un oblio di
qualunque strepito e sozzura di guerra.
Andava
dunque Guerrino per il bosco, sentendolo immune d'ogni pedata d'uomo,
bensì popoloso di presenze invisibili,
Guerrino
Un fruscio ne sorgeva, e poi un altro, e poi un altro, sillabe d'un
ragionamento innumerevole e unanime, quale un orecchio bambino può
intendere accostandosi a un alveare o all'imbuto d'una conchiglia.
Guerrino
la dove indugiò Macchiabruna a brucare taluna erba fra le radici
d'un frutice, mi piacque smontare e muovermi a piedi dove più fitto
era il verde e più golose in vista le piante,
Puparo
23,50 Ne colse, ne gustò e in un baleno eccolo sonnacchioso
abbandonarsi sul suolo, col braccio destro richiuso ad arco sugli
occhi.
Così
un tempo smemorato trascorse, finché un tocco sfiorò Guerrino,
Balzò
in piedi, col cuore in allarme, traendo già due dita di spada.
Nessuna vista gli apparve o appena, volante fra gli alberi, l'ombra
di 'un'ombra.
Un
immobile silenzio seguì.
Guerrino
La selva tutta s'era impietrita in una stupefazione, perfino il
correre del rivo fra le due sponde s'era sospeso in attesa.
Finalmente
l'ombra tornò, si fece visibile e grossa: era una scimmia:
Puparo
Guerrino gli mosse incontro, né ebbe fatto due passi ch'essa gli si
mutò d'improvviso e di scimmia divenne falcone; quindi gazza,
pappagallo, scoiattolo; quindi peloso villano; per palesarsi alla
fine, vestito d'una zimarra di saia e in atto di confessore, il
vecchio cabalista Eudocio, così caro all'animo suo.
Guerrino
possedeva un cuore innocente. D'infinita destrezza animale, d'
intrepidi sensi, dotto in scienze umane e divine, egli rifuggiva però
da ogni sospetto e facilmente cedeva alle più ingenue lusinghe del
sangue. Così corse verso le braccia del mago,
Guerrino
Un ululo di raccapriccio e d'ira, una ferina voce di disinganno, che
i mille echi della selva raucamente moltiplicarono.
Puparo
Mentre le braccia gli ritornavano vuote al petto e in una colonna di
zolfo e fumo
la
sembianza d'Eudocio si dissolveva.
Un
diabolico inganno, dunque.
Guerrino
E
Guerrino fortificò mente e cuore alla guerra che s'annunziava.
Qualcuno, una forza delle tenebre, era all'erta per impedirgli
d'andare. D'ora innanzi sarò stato altrettanto vigile quanto ardito
all'impresa.
Il
secondo incontro fu col gigante Macabeos. Non un abbaglio degli
occhi, costui, ma mostro energico e immane, di toccabile sostanza.
Contro cui, tuttavia, il duello durò poco,
poi
un cristiano d'Armenia,
un
messer Brandisio francese
DELLE
ALTRE COSE CHE GUERRINO VIDE NEL BOSCO
Perpetua
Ma
appena ebbe il Meschino detto della scimmia parlante e della falsa
visione di Eudocio, messer Brandisio gli diè sulla voce:
Puparo“Un
demone abita quest'aria,” “che ha virtù di cangiarsi in
qualsivoglia forma d'uomo, animale o pianta. Tuttavia si duole,
potendo essere mille, di non essere nessuno. Così ora lo vedi farsi
lumaca, ora corolla di fiore, ora scorza d'ulivo, ora florido
giovinetto... Plurimo e solo, senza mai requie, seppure non abbia a
cessare l'incantesimo che lo costringe.”
Guerrino
“Quale
incantesimo?”
Puparo“Costui
fu già un signore, innamorato di sé quanto può esserlo un uomo. E
davanti a ogni specchio: Io, gridava. Io, Io, Io!
Perpetua
Io, Io, Io! Ripeteva infinite volte, inebriato di rimirarsi e di
essere unico. E mandava a morte chiunque gli pareva che un poco gli
somigliasse,
Puparo
o
seppellendolo vivo con la sola testa di fuori, o empiendogli nelle
stalle la bocca, le narici e le orecchie di sterco equino, o
stringendogli la fronte con un nervo di bue fino a scoppiargli gli
occhi dal guscio... Ora costui, Incontrò una fonte affatata, dove
comincia a rimirarsi, dimenticando di bere, nell'estasi di sé. Sorto
un moto di vento e rimescolatasi l'acqua, vede tornargli sconciate le
postille del viso. Del che stoltamente furioso, si vendica lapidando
le linfe e lordandole. Se non che, nel partire, avendo colta e
gustata una bacca dell'albero che ivi allargava i suoi rami, cessa
subito d'essere sé ed acquisita potere d'essere tutti tranne che sé.
A somiglianza di quel versipelle ramarro che chiamano camaleonte...”
Guerrino
“Dio
ne scampi,”
“Pure
io so di chi, piuttosto d'essere sé, solamente a metà, amerebbe non
esser nessuno...”
Puparo
quindi una creatura apparve,
saltando fra i rovi con l'agilità di una bestia.
Guerrino
“Non
vogliamo il tuo male, ma solo conoscerti.
San Michele del Pericolo m'abbandoni, se sto dicendo menzogna!”
Puparo
Allora
l'uomo uscì dalle foglie e gli venne incontro timidamente. Mai
Guerrino aveva conosciuto essere più velloso e di pelle più
pallida. Quasi non aveva lacerto dove non crescessero aculei ispidi e
neri. Sotto i quali, tuttavia, la carne si mostrava di bianchezza
antica, da far pensare che non avesse goduto sole da molte stagioni.
La voce, quando la emise, suonò stridula e cigolante come d'una
carrucola arrugginita.
VERA
STORIA DEL ROMITO MANIACE
Puparo
“Chi
siete? Quale Dio è il vostro?” Non può essere che il mio,
l'unico, in verace, dappoiché invocaste il nome dell'angelo
benedetto. Epperò, se giudico il viso, due mi sembrate cristiani, il
terzo più saraceno che nostro...”
Guerrino
“E'
cristiano anche lui,”
“Cristiano
d'Armenia. E nel nome di Dio ti prega, com'io insieme ti prego, di
assisterci in questo luogo strano; e condurci nella tua trabacca o
caverna, dove possiamo deporre le membra un poco, al riparo da fiere
o da incanti.”
Puparo
“Perdonatemi
se ho avuto paura di voi,” “Da molti anni io non parlo se non
con fantasime. Questa selva è contraffatta, dove son venuto
volentieri a patire per i miei tremendi peccati, deliberato di starci
il tempo che mi parrà sufficiente a lavarmene.”
Perpetua“Suo
padre,” “fu un mercante ricchissimo,
Ne
venne che, con false accuse di fellonia, l'ebbero presto spogliato di
tutto e mandato esule in Cappadocia insieme a lui
bambino Crebbe riottoso, superbo, impaziente d'autorità.
Puparo
Persino
a Dio, tremo nel confessarlo, rifiutai di servire.
Guerrino
“Abbraccio,”la
tua sventura Tanto
è vero che l'usar troppo una virtù, massimamente nei giovani,
genera vizio...
Puparo
Mia
madre era morta, con mia somma afflizione, sicché mio padre, potente
ancora e di gioviale apparenza, si mise in casa per sposa, contro il
mio grado, una avvenente circassa, che non aveva più dei miei
anni.Vedermi e ardere, per costei, fu tutt'uno.
Guerrino
“Abbraccio,”la
tua sventura
Puparo
E
in assenza del padre, ch'era fiero cacciatore e volentieri per un
cervo barattava il caldo del letto, m'era ognora negli occhi con
sempre nuovi cavilli.
Un
giorno non ressi e la presi.
Il
commercio durò qualche tempo e tanto s'inventerò da farci smettere
le ordinarie cautele.
Così
un meriggio che, affocati dalla calura e dal comune prurito,
c'eravamo chiusi in un camerino, mio padre ci sorprese stretti
d'amore e, ruggendo e piangendo, ci fu addosso con una spada.
“Per
quante terre vagai dopo, e con quali pensieri! Poiché io amavo mio
padre; né mai avrei voluto farmene traditore e carnefice.
Guerrino
“Abbraccio,”la
tua sventura, essendo tu più sventurato di me, che mi pareva
impossibile cosa. Orfano anche tu ma più orfano di me, che hai
divelto con le tue stesse mani la radice che a me mani altrui. Possa
di ciò perdonarti il cielo, tu insegnami come uscire da queste
forche e la via che conduce fino agli alberi del Sole,
dov'è
detto ch'io abbia notizie della mia generazione.”
Puparo
“Aspramente
giungerai fuori di questo bosco,
Guerrino
“La
strada non mi spaventa” “E nemmeno gl'incontri.
Ma dimmi: non conosci in questi futuri frangenti persone di cui io
debba stare in fede o in sospetto?”
Puparo“Due ve n'ha” “L'uno savio e pio, ch'è il Presto Giovanni; l'altro empio e reo, ch'è il Veglio della Montagna.
Guerrino
E
qui cadde a terra, preso da un convulso delle membra che pareva mal
caduco.
INTERMEZZO
Perpetua
Vorrei
sbagliarmi, ma credo
che
ogni giorno di più
dubita
di non esistere,
d'essere
un'armatura piena di vento,
Puparo
Come
se noi fossimo più veri
dentro
i nostri gusci di carne,
trinciando
gesti a vanvera nell'aria,
gorgogliando
parole a tocchi
come
una giara troppo piena...
GUERRINO
TENTATO E ALTRE OCCORRENZE
Guerrino
E
cammina cammina, la foresta non finiva mai.
Puparo“Siamo
nel luogo delle Pietre Bianche!”
Ora
una rena polverosa sorge dall'oriente e se ne fa squallido il cielo;
da ponente altro turbine spira.
Ma
già fra l'una e l'altra avanguardia di cavalieri correnti il terreno
s'assottiglia, manca poco che giungano all'urto. Risuona la casa di
gemiti, si alle finestre le fanti, per la corte
si sparpagliano squadre di spaventate galline. Solo il Meschino,
immoto sopra la soglia, grande d'animo e corpo, rimane a guardia del
focolare innocente.
Guerrino“Sono
Guerrino,” “cavaliere di Costantinopoli. Chi altro volesse
sapere, di me e della mia schiatta, lo domandi alla punta della mia
spada.”
“Se
dopo tanti rimbombi e annunzi di morte, vi vedo d'improvviso qui
pacifici intrattenervi, è indizio che ai vostri signori il senno
consiglia di non pagarsi la vittoria col sangue dei popoli, bensì
cercarla in singolare tenzone. Di questa io mi propongo per giudice,
se vi abbisogna uno che sappia d'armi e non pencoli verso nessuno.”
Puparo
Cosa
di ciò avvenne, e in che modo, il conto domani o doman l'altro lo
conta.
COME
DOPO UN DUELLO TERRIBILISSIMO INOPINATE NOZZE SI FANNO
Guerrino
Scorre
il sangue, se ne insozzano i giachi, i lucenti schinieri, gli scudi.
Così spessamente rosseggiano nei corpi le piaghe che il ferro non
giunge se non dove prima era giunto. Allo stesso modo un aratro
ribadisce il debole solco e lo affonda.
in
uno stesso frangente si videro i
due
accasciarsi esanimi ciascuno dalla sua parte, fra l'orrore e le
lacrime dei partigiani d'entrambi.
La
sorte uguale dei quali sembra a tutti un segno celeste che non si
debba procedere oltre con la contesa
“Noi
veniamo di ponente e andiamo solo cercando la ventura che Dio ci
darà.”
Puparo
Così,
fra grandi feste, messer Brandisio rimase e Guerrino ripartì solo.
VIAGGI
NOTTURNI DI GUERRINO E BATTAGLIA COL GRIFONE
Piaceva
a Guerrino viaggiare di notte. Purché ci fosse un poco di chiaro di
luna. S'incamminava, lasciando alla prudenza del destriero le
briglie, e fra sonno e veglia seguiva docilmente le vicende
dell'ambio;
qualunque cordoglio di vento per entro il cavo dei tronchi, o gemito
di ruscello, o tonfo molle di frutto nell'erba, o striscio fra liana
e liana di bestia che paventasse o preparasse un assalto... qualunque
rumore pareva diventargli domestico e caro, un cenno d'intesa o
sesamo che, meno si capiva, più gli pioveva nei sensi la somiglianza
di un'estasi.
Guerrino
passai
il regno del re Pacifero, quindi aggirai
le terre dei Tartari, e ciò durò altre trenta nottate. Venni ai
piedi del monte Nibes, dove gli abitanti hanno piedi al rovescio, con
la pianta di sopra, e hanno otto dita nel piede; conobbi
uomini ch'hanno testa e bocca di cane e sono detti cinamoni; altri
che non hanno capo ma hanno molti occhi dietro le spalle; altri che,
appena nati, i loro capelli diventano bianchi e canuti e in loro
vecchiezza anneriscono...
Puparo
senza
spogliarsi per troppa stanchezza, con addosso le gravi armi
s'addormentò.
Il
suo sogno fu di freschi colori. Gli pareva d'andare lungo un corso
d'acque chiare,
La
barca fluiva da sola, col passo stesso del fiume, secondandone i gai
meandri, senz'aiuto di remo o timone. Guerrino fluiva con essa,
accanto il viso sacro del genitore, il grande seno della madre
ignota, ….. era tornata or ora a destargli sulle labbra un antico
sapore e desiderio di latte...
Levò
nel sonno le braccia, le strinse attorno a niente, appagandosene.
Aprì
gli occhi. Una creatura incombeva su lui di specie mai vista, testa e
ali d'aquila sopra membra di leone.
Guerrino
“
grifone,” seppur
non ne ho
mai visti, né sono
certo ve ne siano
al mondo; chiudo
gli occhi, se mai fosse solo una figura postuma del mio sogno.
Puparo
Ma
in quella provò nelle carni del petto un morso di becco feroce.
Fu
Macchiabruna a salvare il padrone.
Guerrino
Cominciò
allora la zuffa più singolare che siasi mai vista. Una zuffa
triforme, con viluppo di penne, braccia, zoccoli e zampe, da cui
ogni volta il grifone con un battito d'ali si liberava, tornando
quindi dall'alto a colpire. quindi, gli fé saltare la testa dal
capo e in un momento lo stesi
morto.
Non
si dovrebbe diventar vecchi.
Cartello
Quarto scene
sfuse
Puparo
Mi
stropiccio le mani l’una con l’altra.
Sono
due ghiacci ed erano bestie calde,
sollevavano
il fuscello e l’incudine,
carezzavano,
facevano
male.....
COME
GUERRINO SI SENTÌ CHIAMARE PER NOME
Guerrino
Il
cielo era di nuvole, ma il sole ne restava immune, sospeso sul filo
dell'orizzonte al modo d'un rotondo bisante d'oro.
Puparo
Annaspano
ora, imbrogliano i fili,
i
pupi cascano da tutte le parti.
Guerrino
Così
fu notte, e fu notte di dolore. Dalla quale limacciose ombre a ogni
istante sorgevano a gemere fra le canne del fiume.
Sicché, traendo il vento e facendo sibilare gli steli, io il
Meschino credevo avere mille persecutori alle reni, e che
ciascun tocco che mi sfiorava era un braccio che mi pigliava...
Puparo
"Guerrino,"
Guerrino"Guerrino,"
"Eccomi"
Puparo
Gli
venne allora un dolore nel petto...
COME
GUERRINO FU PRESO DA MALINCONIA
Guerrino"Eccomi,"
"ancora una volta girovago per selve antiche e disagevoli
transiti, e mi pare di combattere sempre con la stessa fantasima o
sogno. Un tempo, a un mio semplice bisbiglio Macchiabruna annitrendo
accorreva. Ora s'è fatto sordo e muto, una sera o l'altra cadrà. Io
stesso non sto più così saldo in sella...
Puparo
Una
manciata di foglie gialle, scosse dal trepestio, si staccarono
dal ramo, gli si sparsero sulla spalla... Allora un groppo cominciò
ad annodarglisi in gola, una lacrima gli scorse lungo la guancia, si
fece strada sotto la cuffia di ferro...
Guerrino"Che
mi succede?" . "Che tradimento è
questo?
Ieri era un giorno ancora perfetto, il sangue mi girava dentro con la
facilità d'una musica. Il sonno, la fame, la sete mi nascevano come
nascono i desideri d'un dio: con la certezza di soddisfarsi e quindi
armoniosamente rinascere...
Poi
ecco un nuovo mattino e nulla pare mutato, ma per fessure invisibili
io sento che, goccia a goccia, un fiume nero m'invade e sulle labbra
non mi vengono più che parole d'addio..."
Puparo
… i
pupi cascano da tutte le parti.
Ora
la voce, ch’era tromba, flauto e tamburo,
suona
unica per tutti i pupi,
cristiani
e mammalucchi, vassalli e re di corona.
Il
gemito dell’amante, il gemito del moribondo,
un’uguale
tosse li recita…
Guerrino
Così
passai la notte, che fu tutta di pioggia — e pareva sul capo un
picchiettio di zampe di passeri — fra pensieri d'abbandono e di
quieta desolazione.
COME
GUERRINO VIDE MORIRE E RINASCERE LA FENICE
Puparo
le
cose cominciano lentamente a svelarsi.
al
centro della scena, alta quanto un tronco o un altare, una catasta di
cortecce e frasche, di cui non si scorgeva l'autore, né si può
credere fosse stato il vento o altro accidente della natura.
GuerrinoL'
uccello scese con ruote fiacche,
Aveva
la grandezza di un'aquila, ma dalla testa sopra le tempie gli
uscivano due creste una da ciascun lato.
Penne
attorno al collo gli splendevano, simili a quelle del pavone.
Dalle spalle alla coda il colore era purpureo, la coda era color
delle rose.
Si
posò dunque sulla catasta Qui, deposta una suprema fascina che
finora, a mo' di preda, aveva stretto nel becco, s'appollaiò sul
colmo del mucchio e guardava fisso nel sole, aspettando.
Un
brulichio di lampi s'accese, là dove con più forza un raggio
eccitava il seccume, e corse su per il rogo, tal quale una
miccia si propaga via via lungo un tramite di
minuscole
esche ustorie.
Gli
Scoprì occhi tristi, lacrimosi, umani; ali lorde d'una
fuliggine antica; un collo grinzoso e sconciato dagli anni; Tutti i
segni, insomma, d'un infinito disfacimento... l'incendio avvampò.
L'uccello
ne fu subito cinto, incoronato.
non
potéi trattenere un grido, sebbene nessuno potesse udirlo.
Puparo
Terribile
e bello come Guerrino , allora Raggiato tutto dal sole che nell'atto
del declinare accendeva i fuochi suoi più superbi,..
la
fenice aprì l'ali, battendo in sul principio l'aria a tentoni, come
un cieco interroga il suolo col piede; quindi sempre più certa,
finché si levò e fra le nuvole sparì.
Guerrino
…Non
si dovrebbe diventar vecchi.
CHIUSO
PER LUTTO (23 maggio; 19 luglio 1992)
Puparo
Basta
così, giù il sipario, non me la sento stasera.
Si
chiude. Vi
rimborso il biglietto.
Lasciamo
Guerrino per un bel po'
a
sbrogliarsela con le tenebre sul ciglione
Gli
farà bene vegliare anche lui
in
questa Notte d'Ulivi della Sicilia...
Perpetua
Sicilia
santa, Sicilia carogna...
Sicilia
Giuda, Sicilia Cristo...
Battuta,
sputata, inchiodata
palme
e piedi a un muro
Guerrino
Isola
leonessa, isola iena...
Cosa
di carne d'oro settanta volte lebbrosa...
Puparo
No,
non verrà Guerrino a salvarla con la sua spada di latta a cavallo di
Macchiabruna.....
Nessun
angelo trombettier
e
nel mezzogiorno del Giudizio
Il
Guerrin Meschino suonerà per la vostra pasqua,
poveri
paladini in borghese, poveri cadaveri eroi,
di
cui non oso pronunziare il nome...
Guerrino
Nessuna
mano solleverà
la
pietra dei vostri
sepolcri...
Nessuna
schioderà le bare dalle maniglie di bronzo...
Perpetua
la
candela cade di mano al Meschino e si spegne;
Guerrino
un
dubbio insidioso cresce nella mia mente: se il fine occulto del
mio cercare fosse di non trovare..
un
bavaglio mi
cade sugli occhi ..."Io
che
ho sempre tenuto per fermo che la
vista fosse virtù e la visione peccato......."e
per la prima volta ho paura.
Puparo"Eppure,"
, "dovrebbe esserti manifesto oramai che la vita è una
tresca di deliri e di enimmi. Tu hai certo visto, viaggiando per i
deserti, le postille incise sugli obelischi caduti;
e hai udito i linguaggi di Babele... Supponi che dicessero il vero?"
"Guerrino
Come
potrei?" "Sono cifre a me straniere, ignoro che volessero
dire,"
Puparo"Ogni
cosa," "è sulla terra cifra straniera e linguaggio di
Babele. O forse tu credi, a paragone, più agevole il sentimento
dell'uomo? Più aperti i suoi atti, i suoi desideri? Non t'accorgi
quanto è oscuro ogni giudizio, quanto incerto ogni cuore?"
Guerrino
Per
difficile che sia, come dici, il quaderno dell'universo, io una cosa
ho per certa e sosterrò; che tu sei mala bestia e distruggitore di
gioventù!"
"Anch'io
ho tinto di vermiglio la terra dietro di me. …. E forse ho
trafitto solo larve con una spada di legno. Forse solo nella
fantasia... Non vedi i fili che mi sono attaccati alle ascelle? Non
senti che parlo con la gola d'un altro? Che sono uno marionetta?..."
Puparo
… Ma
il Veglio non t''ascolta, s'è dissolto nell'aria; oppure era appena
quel po' di polvere fuggitiva laggiù, mulinata dal vento, dietro
l'ultimo muro a secco dell'orizzonte....
E
Per stanchezza dell'Oprante l'Opra finisce qui
CONGEDO
DEL vECCHIO
Perpetua
Ne avrai tante ancora da raccontare,
frottole
e favole di cavalieri:....Ne sai storie e maneggi di dame
Puparo
Potrei farvi ridere e piangere,darvi maltempo e beltempo, stupori e
spaventi quanti volete....
Ma
come da un otre che perde,la forza da me se ne va.
Perpetua
"Vossia rimane quest'estate ancora. La piazza pare vuota senza
vossia.,. bello la mattina passare e guardare le pitture del
cartellone... sapere che almeno per finta, il buono vive e il
maganzese muore,
"Puparo,
non te n'andare.
Puparo"Quando
una cosa finisce, finisce.
Guerrino
«Ma allora," anche Guerrino il Meschino?.."
Puparo
"Segui pure il tuo errore," se così più ti piace. Illuso
di dirigere con le tue mani la musica del tuo destino..
Guerrino
«E se anche fossero il bene e il male le due fronti d'una medesima
erma io non berrò nella tazza che mi porgi........."
Puparo
"Morendo io, muori anche tu,"
Perpetua
"Puparo, non te n'andare.
Puparo
"Che fa, non l'avevate capito?
Guerrino
Tu
come me Sei
Guerrino
, il Meschino."