venerdì 14 gennaio 2011

DIONISO Perduto Iddio

DIONISO 
PERDUTO IDDIO
Debutto 4 giugno 2010
Foro Romano di Oderzo (TV) 

permesso generale SIAE N° 16697

personaggi:
DIONISO, il figlio di dio
ARIANNA, la pura, compagna di Dioniso
PENTEO,dolore e lutto, sovrano di Tebe 
 

Le tre sorelle di Semele, 
madre di Dioniso, novelle baccanti:
ÀGAVE, la gloriosa, madre di Pentèo
INO, la dea bianca
AUTòNE, colei che dona l’intelligenza

TIRESIA, il sacerdote indovino
CADMO, il padre di Àgave
L’OMBRA di Semèle

scrittura: Dario Garofalo e Cinzia Maccagnano
fonti: Euripide e Rilke




N.B.  le battute delle Baccanti – qualora non specificato -  possono essere attribuite alle tre sorelle, come pure alle tre sorelle e Arianna, alla sola Arianna o a Tiresia.

Prologo sottovoce
Risuona da un antro una nenia


L’OMBRA DI SEMELE
Tu divino, tu, fino all’ultimo ancora cantore,
quando delle spregiate menadi ti colse la furia inturbinata,
con l’armonia del canto sovrastasti il loro grido, tu, bello,
e dalle distruttrici si levò il tuo stesso canto creatore.
Ti lacerarono infine, esse, da vendetta inseguite,
mentre il tuo suono ancora indugiava in mezzo a leoni,
a rocce, ad alberi, e a uccelli. E lì tu canti ancora.

DIONISO e ARIANNA

Canto è esistenza. Spirare a nulla. Un soffio nel dio. Un vento.
Un dio può.
Ma come, come può un uomo seguirlo con la sua lira inadeguata?
Il suo senso è la scissione.
O voi così tenere a volte
entrate nel respiro che di voi non dice,
lasciatelo dividersi sulle vostre guance,
vibrar dietro a voi, nuovamente unito.
O voi beate, o voi intatte.
Archi di frecce e bersaglio di frecce,
più eterno splende in voi pianto sorriso.
Pesanti sono i monti, pesanti i mari.
Anche gli alberi da voi nell’infanzia
radicati divenuti son da tanto troppo
grevi: non li reggete. Ma l’aria… Ma gli spazi…

Silenzio.
Poi, improvvise, appaiono, come una rivelazione,
LE TRE SORELLE
Celebrare
ecco
sì.

Destinato a celebrare
scaturì come il bronzo dal silenzio della pietra.
Il suo cuore
o torchio
caduco di vino interminabile agli umani.
Tutto si fa vigna
tutto si fa grappolo
maturato nel suo sentito mezzogiorno.

1
DIO APPARE

Ex machina
Io sono Dioniso, il figlio di dio. Ho mutato il mio aspetto: ora appaio uomo. Ho lasciato le pianure di Lidia e di Frigia, le plaghe assolate della Persia, il gelido paese dei Medi, ho attraversato l’Arabia felice e dopo aver fatto danzare tutta l’Asia e introdotto i miei riti, fin qui mi sono spinto, per rivelarmi dio ai mortali.

BACCANTI
Nelle cripte
la putredine dei re
non costringe la sua lode alla menzogna
e nemmeno un’ombra
che cada dai divini.
Lui
è il messaggero che rimane.

DIONISO
Le  sorelle di mia madre – e non dovevano, loro – negarono che Dioniso fosse figlio di dio. E così io ho costretto queste brave sorelle a indossare i paramenti del mio rito e le ho fatte impazzire.

BACCANTI
Beato chi riceve la grazia
di entrare nei divini misteri:
santifica la vita
consacra l’anima
e si purifica
celebra sui monti
Dioniso

DIONISO
Danzate, baccanti, danzate,
e con voi danzi ora tutta la Grecia!
Tutto ciò che incalza
sarà presto trascorso
soltanto quel che indugia
è ciò che si consacra.
Celebrate, baccanti, celebrate.

BACCANTI
Beato chi riceve la grazia
di entrare nei divini misteri:
santifica la vita
consacra l’anima
e si purifica
celebra sui monti
Dioniso
il figlio di dio
Dioniso
il dio figlio di dio.

CADMO
Mia madre Semèle lo portava in seno.
Quando la colse la trappola del parto,
lo partorì dal suo grembo, morendone,
prima che fosse maturo.

TIRESIA
Subito il padre Zeus sottrasse il neonato
e lo trasportò nell’Olimpo per farne un dio.
Ma Era voleva scaraventarlo giù dal cielo,
e allora Zeus escogitò un rimedio:
dell’aria che circonda la terra Zeus ne spezzò una parte,
ne fece un secondo Dioniso e consegnò alla collera della moglie questo nuovo parto.

CADMO
In un arto Zeus pose al sicuro il vero Dioniso
nella coscia, che ricucì con fibbie d’oro:
gli offrì un riparo nascosto
un nuovo grembo materno.

TIRESIA
Col tempo gli uomini dissero che Dioniso era stato nutrito in un arto di Zeus:
avevano confuso suoni simili, parto e arto, e si fabbricarono una leggenda.

BACCANTI
O tu
perduto Iddio!
Tu
traccia interminata!
Solo perché alla fine ti smembrò
lacerante inimicizia
siamo ora in grado
d’ascoltare
siamo una bocca di natura.

CADMO
Quando fu compiuto il tempo
dio generò un dio dalle corna di toro,
lo inghirlandò con serti di serpenti.

BACCANTI
Dioniso!

TIRESIA
E con serpenti, preda selvaggia di caccia,
intrecciano ora le chiome le Baccanti.

BACCANTI
Dioniso!

DIONISO
Tebe deve imparare: devo difendere mia madre, io, devo apparire ai mortali nella mia veste di dio figlio di dio. Le insegne del potere Cadmo le ha consegnate a Pentèo, figlio di tua figlia Agave, e Pentèo mi elimina dalle offerte, non mi ricorda nelle preghiere, mi combatte, combatte dio.

BACCANTI
O Tebe
che hai nutrito Semèle
incorónati di edera
fiorisci
trabocca
baccheggia
impugna i tirsi
renditi pura.

DIONISO
Brandite i timpani della terra frigia, percuoteteli questi strumenti, perché tutta la città venga a guardarci. Tu, Agave, guida le tue sorelle, celebra con gioia i misteri sacri.

BACCANTI
Invasata da Dioniso
Ho abbandonato il mio letto.
Dioniso mi dice “danza”, e io danzo!
Dioniso mi dice “grida”
E io voglio gridare!

CADMO
Dioniso, figlio di mia figlia Semèle, io esalto la tua grandezza!

TIRESIA
Scorre di latte il suolo,
scorre di vino, scorre
del nettare delle api,
incenso di Siria
è il vapore che sale.

DIONISO
Fanciulle mute,
danzate voi il gusto
del frutto conosciuto.

BACCANTI
Beato chi riceve la grazia
di entrare nei divini misteri.
Cantate Baccanti
cantate Dioniso al suono profondo dei timpani
celebrate con inni di gioia
il dio della gioia.


DIONISO
Solo il canto sopra alla terra
consacra e celebra.

Canto di Agave

CADMO
Tiresia, tu vecchio, guida me vecchio: tu sei un esperto, Tiresia.

TIRESIA
Il dio non distingue giovani e vecchi: vuole ricevere onori da tutti, tutti insieme.

CADMO
Siamo i soli uomini, a Tebe, a danzare in onore di Dioniso?

TIRESIA
Siamo i soli a capire.

CADMO
Non sarò io, uomo, a disprezzare dio.

Preghiera:
Dio è il primo
Dio è l’ultimo
Dio è il capo
Dio è il mezzo
Da Dio tutto ha fine
Dio è maschio
Dio è una donna immortale
Dio è l’alito di tutto
Dio è il re.


PENTEO
Le nostre donne hanno abbandonato il focolare, si sfrenano nei boschi ombrosi, onorano con danze un dio nuovo, Dioniso, o comunque si chiami, si fanno il letto in terra e vi s’adagiano, al servizio dei maschi. A starle a sentire sono sacerdotesse di dio: in realtà a dio preferiscono i piaceri del sesso. Dicono che è arrivato uno straniero, uno stregone, uno che fa gli incantesimi: notte e giorno sta con le donne e cerca le più giovani con il pretesto di iniziarle ai riti sacri. Se lo sorprendo, gli stacco la testa dal collo, io. E questo ciarlatano sostiene che Dioniso è un dio, che fu cucito nella coscia di Zeus, mentre, si sa, morì neonato insieme alla madre bugiarda, che aveva attribuito la paternità a Zeus. Sono cose da restare sgomenti, cose da pazzi, degne della forca.
si accorge di Tiresia e Cadmo
Eccoli lì, il profeta Tiresia mezzo nudo e il padre di mia madre a fare il baccante! Come posso sopportare di vederti così? Sei vecchio e non hai senno? Tu, padre di mia madre! Sei stato tu, Tiresia, a convincerlo:vuoi introdurre un nuovo dio tra gli uomini per ricavare soldi da nuovi sacrifici. Ringrazia che ti proteggono i capelli bianchi, altrimenti saresti già in galera!

TIRESIA
Tu hai la lingua sciolta di chi in apparenza ragiona bene, ma nei tuoi discorsi manchi di cervello. Due sono, mio caro giovane, le cose essenziali al mondo: la dea Demetra, ossia la terra, chiamala così se vuoi, che fornisce ai mortali gli alimenti; e il figlio di Semèle, che ha introdotto fra i mortali il  succo della vite. Il vino spegne i dolori delle persone che soffrono, dispensa il sonno e col sonno l’oblio di tutti i mali della giornata; non c’è altra medicina per chi soffre e pena. E questo essere soprannaturale, Dioniso, è un profeta: invasamento e follia hanno grande virtù profetica. Quando il dio penetra in una creatura colla pienezza della sua potenza, rende capace chi delira di predire cosa succederà. Pentèo, accetta dio, questo dio, nel tuo Stato, versagli libagioni, partecipa ai suoi riti, cingiti il capo di ghirlande. Non sarà certo Dioniso a obbligare le donne nei confronti di Afrodite: la moralità è un fatto interiore. Una donna, se è casta, non si corrompe nei Baccanali. Io e quel Cadmo che tu schernisci, coronati di edera, andremo a danzare; noi, una coppia di vecchi, andremo a danzare lo stesso. Non saranno le tue parole a farmi cambiare idea: tu sei pazzo, dolorosamente pazzo!

CADMO
Pentèo, Tiresia ti ha consigliato bene: sta con noi, non metterti contro i padri. Anche se questo non è un dio, come dici tu, riconosci lo stesso che è un dio, menti con profitto, dichiara che Dioniso è un dio figlio di dio: così si penserà che Semèle, sorella di tua madre, ha partorito un dio e la gloria ricadrà su tutta la nostra famiglia.

PENTEO
Non mi toccate, non mi sporcate. Tu, Cadmo, padre di mia madre, vattene ai tuoi baccanali. Quanto allo straniero effeminato che insozza i letti delle nostre donne, dovrà morire lapidato! Sperimenterà a Tebe una nuova danza bacchica, molto amara. (esce)

BACCANTI
Bocche senza freno
stoltezza senza limiti
hanno per esito solo sventura.
Il semplice sapere non è saggezza
non lo è pensare cose
che non spettano ai mortali.
Breve è il tempo della vita:
e chi aspira a grandi mete
non ottiene neppure
le gioie del presente.
Penso che vivere così
sia da folli
da dissennati.

CADMO
Potessi andare a Cipro
all’isola di Afrodite
soggiorno degli Amori
malia del cuore dell’uomo!

BACCANTI
Là conducimi, Dioniso

CADMO
Sì, io voglio accettare
ciò che è nell’opinione dei più:
la fede della gente semplice.

BACCANTI
Il dio figlio di dio
è amico della pace:
al povero, al ricco
il dio, imparziale, concede
il piacere del vino
che allontana il dolore.
Egli odia chi non vuole
trascorrere felice la vita
chi non tiene, da saggio, cuore e mente
distanti dagli uomini tronfi.

2
DIO SI LASCIA CATTURARE


Appare Dioniso incatenato
PENTEO
Di fisico, non sei poi tanto brutto, almeno agli occhi delle donne, motivo della tua venuta a Tebe. I capelli sciolti, certo non da lottatore, accendono i desideri. E che pelle bianca! Si vede che l’hai tenuta all’ombra ed evitato il sole. È la tua arma: dai la caccia ad Afrodite con la tua bellezza. Qual è la tua stirpe?

DIONISO
Hai mai sentito parlare del monte dei fiori? Io vengo da laggiù.

PENTEO
E questi nuovi riti, dove li hai appresi?

DIONISO
Dioniso in persona me li ha insegnati, il figlio di dio.

PENTEO
Perché, laggiù c’è un dio che fabbrica nuovi dèi?

DIONISO
No, è lo stesso dio: Zeus.

PENTEO
E di che specie sono questi riti?

DIONISO
Segreti.

PENTEO
E tu dichiari di avere visto il dio com’era.

DIONISO
No, come voleva essere lui.

PENTEO
E questo è il primo posto dove sei venuto a condurre il tuo dio?


DIONISO
Tutti i barbari ne celebrano il culto.

PENTEO
Perché sono più stupidi dei Greci.

DIONISO
Più intelligenti, in questo caso.

PENTEO
Vuote chiacchiere!

DIONISO
Chi parla da savio sembra stolto a chi è ignorante.

PENTEO
E le cerimonie si svolgono di giorno o di notte?

DIONISO
Soprattutto di notte: l’ombra comporta solennità.

PENTEO
E inganni e marciume per le donne.

DIONISO
Anche alla luce del sole si può incappare in vergogne… Ma dimmi, qual è la pena che mi aspetta?

PENTEO
Comincerò col tagliarti i capelli.

PENTEO
E poi custodiremo in carcere il tuo bel corpo.

DIONISO
Provvederà dio in persona a liberarmi. Ora lui è qui, vicino, e vede cosa soffro.

PENTEO
Ah sì? I miei occhi non lo vedono. Dov’e?

DIONISO
Dove sono io. Tu sei un empio, non puoi vederlo.

PENTEO
Io ho maggiore autorità di te. Io sono Pentèo, figlio di Agave. 

DIONISO
Pentèo: dolore e lutto.

PENTEO
Io..io..va via! Ti chiuderò nelle stalle. E là dentro ti farò ballare! E le donne che ti sei portato dietro, le venderemo nei mercati come schiave.

DIONISO
Dioniso in persona verrà a chiederti conto di questa violenza, Dioniso che secondo te non esiste. Il torto che tu fai a me, lo fai a lui: tu metti in catene il figlio di dio.




3
DIO SCONVOLGE E SEDUCE


BACCANTI
Ascoltaci, signore,
tu che scuoti il tirso d’oro,
scendi dal cielo, ferma la violenza
Ascoltaci, signore,
tu che scuoti il tirso d’oro,
scendi dal cielo, ferma la violenza
Ascoltaci, signore,
tu che scuoti il tirso d’oro,
scendi dal cielo, ferma la violenza
Dove sei, ora, tu, dio!

il silenzio di dio

il caos regna


DIONISO
Ti farò perdere il senno, ti metterò nel cuore il delirio che fa vano il pensiero.

TIRESIA
Pentèo! Pentèo, sovrano di Tebe! Vedo, vedo le Baccanti selvagge…
Animali di silenzio irruppero dal chiaro
bosco liberato, da tane e nascondigli:
non per astuzia o per terrore in sé eran sì sommessi,
ma per l’ascolto.
Ruglio, grido, bramito
parve piccolo nel loro cuore.
Vedo le Baccanti: giacciono tutte abbandonate al sonno, isolate, tranquille, chi col dorso appoggiato ai rami bassi degli abeti, chi con la testa posata sulle foglie di quercia sparse al suolo: uno spettacolo di compostezza incredibile.
Oh bocca di fonte,
tu, volto dinnanzi all’acqua che fluisce,
marmorea maschera.

Una, afferrato il tirso, lo batte sulla pietra e subito erompe una fresca sorgente d’acqua; un’altra pianta il bastone per terra e subito sgorga una polla di vino.
Questo è l’orecchio dormiente coricato,
orecchio di marmo, orecchio della terra.

All’improvviso tua madre Agave lancia un grido levandosi in mezzo alle Baccanti e scorge al riparo di folti cespugli pastori e mandriani che guardano. Allora si avventano le Baccanti sulle mandrie a mani nude e ne fanno scempio. Interi fianchi, zampe scagliate qua e là, pezzi di carne sanguinolenta tra i rami. I tori, i tori che hanno la rabbia nelle corna, li abbattono al suolo, li spolpano sino alle ossa. Poi piombano sulle città ai piedi del monte, abbattono e devastano tutto, rapiscono i bambini, uccidono gli uomini coi loro tirsi. E di nuovo, come se niente fosse, tornano alle sorgenti che il dio fa sgorgare per loro.
Anche se del suo svanire lui stesso s’impaurisce…
E il suo travalicare è già l’adempimento…
Oh quanto deve dileguare perché lo afferriate!


PENTEO
Non ci sono più madri, ma belve feroci. Non nutrono più i loro figli indifesi. Li divorano.

DIONISO
Illusioni, Pentèo, non erano che di illusioni……..

PENTEO
Una catastrofe: uomini protetti da scudi di bronzo sconfitti da donne armate di tirsi!

DIONISO
Nel delirio tu vedi però….

PENTEO
Ma come si può accettare…….

DIONISO
La natura reclama…..

PENTEO
Sarà il caos senza l’ordine….

DIONISO
Un modo per mettere a posto le cose ci sarebbe….

PENTEO
E quale?

DIONISO
Le Donne… Vederle…tutte insieme…spiarle….avvicinarle… e poi…tu…

PENTEO
È quello che più voglio.

DIONISO
Tutt’a un tratto, tanto desiderio..

PENTEO
Voglio vederle. Ubriache.

DIONISOQuesto è naturale….

PENTEO
Sì,  le voglio vedere..ma senza farmi vedere!

DIONISO
Ma ti staneranno.

PENTEO
Certo, hai ragione.

DIONISO
Ti devo fare da guida io. Te la senti?

PENTEO
Non perdiamo altro tempo.

DIONISO
Mettiti una veste verginale…

PENTEO
Cosa? Devo vestirmi da femmina?

DIONISO
Se non vuoi che ti uccidano, vedendo che sei un maschio.

PENTEOGiusto.

DIONISO
Penserò io a vestirti.

PENTEO
Da donna? Mi vergogno.

DIONISO
Dunque, non ti interessa più vedere le Baccanti?

PENTEO
Come intendi acconciarmi?

DIONISO
Per prima cosa, i capelli, dovranno essere lunghi; poi una veste fino ai piedi, il tirso ben impugnato e infine un po’ di trucco….

PENTEO
Non me la sento.

DIONISO
Allora darai battaglia alle Baccanti, e verserai sangue.

PENTEO
Ma come faccio ad attraversare la città senza essere visto?

DIONISO
Passeremo per strade deserte, ti guiderò io.

PENTEO
Sì, sì…la prima cosa è vederle. Purchè non diventi ridicolo agli occhi della gente.

DIONISO
Non temere Penteo, tu non sei più quello di prima.  
Abbigliato da femmina te ne andrai sotterra. Allora sì che riconoscerai Dioniso, il figlio di Dio, nato il più terribile tra gli dei, ma dolcissimo con gli uomini.

BACCANTI
L’uomo che non ha dio
È folle nel cuore.
Crede di vincere
ciò che non può essere vinto.

DIONISO
Non è bene conoscere e operare oltre la parte assegnata.
Lieve spesa è di credere che forza vi sia nei numi,
quali che essi siano, e in ciò che da tempo remoto è legge sempre.

BACCANTI
Felicità è sfuggire alla tempesta
del mare, raggiungere il porto,
felicità è trovarsi oltre il dolore.
Infinite sono le speranze
come infiniti sono gli uomini:
si compiono o svaniscono. Ma io
giudico fortunata la vita
di chi è felice giorno dopo giorno.

appare Pentèo agghindato in modo miserabile

DIONISO
Qual è in te l’esperienza più dolente?
Se ti è amaro il bere, diventa vino.
Tutto ciò che incalza
sarà presto trascorso
soltanto quel che indugia
è ciò che si consacra…….
Celebrate, baccanti, celebrate.   
   
                  
4
DIO SI VENDICA


PENTEO
Come sto?

DIONISO
Perfetto: ti si direbbe una delle figlie di Cadmo, tale e quale.

PENTEO
E il portamento, com’è? Assomiglio a  mia madre?

DIONISO
Mi sembra di vederla. Ma guarda che ti è andato un ricciolo di traverso.

PENTEO
Mi è andato fuori posto mentre provavo la danza bacchica.

DIONISO
Te lo rimetto a posto io.

PENTEO
Sì, fammi bello. Sono nelle tue mani.

DIONISO
La cintura si è allentata e le pieghe del peplo non cadono dritte sulle caviglie.

PENTEO
Il tirso, con quale mano devo impugnarlo?

DIONISO
Con la destra: e contemporaneamente alza il piede destro

PENTEO
Mi pare di vedere due soli, e Tebe mi pare di vederla doppia. E tu davanti a me, mi sembri un toro, ti sono cresciute sulla testa delle corna di toro.

DIONISO
Vedi quello che devi vedere: prima la tua mente era offuscata, ora il tuo cervello è come bisogna che sia.

PENTEO
Secondo me ora le Baccanti sono tra i cespugli, prese nei lacci dolcissimi dell’amore.

DIONISO
E non è per questo ti spingi ad esplorare?

PENTEO
Sono l’unico dei Tebani che ha il coraggio di fare queste cose.

DIONISO
L’unico. Sarai un esempio per tutti.

PENTEO
È per questo che vado.

DIONISO
E al ritorno ti porteranno..

PENTEO
Sì!

DIONISO
..le mani di tua madre.

PENTEO
Sì! Delizia!

DIONISO
Delizia, sì!

PENTEO
È quello che merito.

DIONISO
Sì. Sei un essere straordinario e straordinarie prove ti attendono. Troverai una fama che si alza fino al cielo.
Egli non fu giusto con me, ed ero un dio, e geloso è arrivato fino al punto di farmi
Incatenare,mi ha coperto d’ogni ingiuria, la sua bocca selvaggia ha passato ogni limite.
Agave, tendi ora le tua braccia, grande è l’agone e giovane è l’uomo che io conduco.

BACCANTI
Erinni
cagne veloci della Follia
correte
contagiateci della vostra furia
scatenateci contro l’uomo
venuto
rabbioso
a spiare le Baccanti.
Chi è?
Chi è?

PENTEO
Da qui non vedo niente:  se salissi in cima…

BACCANTI
Rivèlati, Dioniso
mostrati come un toro
o drago dalle cento teste
o rutilante leone
avvolgi
in una rete di morte
il cacciatore cacciato.

PENTEO (come  respirando  per la prima volta)
Quanti di questi spazi furono già intimamente in me.
Mi riconosci, aria, ancor tu colma di luoghi un tempo miei?
Questo sapore….già si è dileguato…
Un po’…di musica soltanto, un trepestio, un canto a bocca chiusa.

ARIANNA
Ecco, l’uomo.

BACCANTI
Giustizia venga
armata di spada venga
trapassi la gola, uccida
l’uomo che non ha dio
l’iniquo, il sacrilego.

AGAVE
Il dio è il luogo della salvazione.

INO e AUTONOE
Celebriamo,
perché il ramo e il ferro siamo.

AGAVE
Egli è sereno, è diffusione.

INO e AUTONOE
Celebriamo,
perché il ramo e il ferro siamo.

BACCANTIGiustizia venga
armata di spada venga
trapassi la gola, uccida
l’uomo che non ha dio
l’iniquo, il sacrilego.

AGAVE sola, poi con LE SORELLE, poi con ARIANNA, poi con TIRESIA, financo con DIONISO (mentre CADMO continua a dormire)
La natura, caduchi, possiamo superare.
La natura, caduchi, possiamo superare.
La natura, caduchi, possiamo superare.
La natura, caduchi, possiamo superare.
La natura, caduchi, possiamo superare.

PENTEOMadre, sono tuo figlio, Pentèo, il figlio che tu hai partorito.
(per questo, lo sbrana)

orribili grida bestiali

TIRESIA e ARIANNA
Con la bava alla bocca,
roteando le pupille stravolte,
posseduta dal dio,
Agave non ascolta il figlio:
agguanta il braccio sinistro,
gli pianta un piede contro le costole, e tira
e gli asporta una spalla.
Ino, la sorella, dall’altro fianco, gli squarta le carni,
e Autonoe, l’altra sorella, finisce l’opera:
una brandisce un braccio,
l’altra un piede
i fianchi spolpati, strappati
tutto è lordo di sangue.

orribili grida bestiali
silenzio, infine


Agave partorisce  la testa di Pentèo

DIONISO (piangendo)
Straziato fu il dio ed era morte ed era vita
E grido fu e poi canto ed era vita ed era morte.
  
appare Agave con la testa di Pentèo seguita dalle sorelle

AGAVE
Tebe! Senza reti ho catturato questo cucciolo di leone: lo vedete? Abitanti di Tebe, accorrete a vedere la preda catturata da noi, figlie di Cadmo, non con le lance, non con le reti, ma con la forza di queste bianche mani. A mani nude noi l’abbiamo catturata questa belva, e l’abbiamo squartata. Dov’è mio padre? E mio figlio, dov’è? Pentèo! C’è da inchiodare al muro questo cranio di leone. Portatemi qui mio figlio!

TIRESIA
Là fummo congedati, dove pensammo di essere più accolti.

arriva Cadmo vestito da Baccante

CADMO
Venite Baccanti,
riconducete dai monti di Frigia
alle ampie contrade dell’Ellade
Dioniso, il figlio di dio
Dioniso, il dio figlio di dio.

AGAVE
Caccia fortunata, padre mio! Puoi vantarti davvero di avere messo al mondo le figlie migliori in assoluto. Parlo di tutte, ma in particolare di me, che ho abbandonato spola e telai per imprese più grandi, per la caccia alle belve, a mani nude. Ecco il mio trofeo: te lo consegno, padre. Deve essere appeso a palazzo. Fortunato sei, fortunato!

CADMO
Aahhh! Dio…è giusto che punisca, dio…ma non così, così è troppo.

AGAVE
Cosa c’è che non va?

CADMO
Ah, lo spettro dell’effimero attraversa, come fosse un fumo, chi in sé l’accoglie ingenuamente.

AGAVE
Non capisco padre.

CADMO
Agave, figlia mia, ragiona: tu hai preso marito….

AGAVE
Sì, l’ho fatto, ma che importa adesso….

CADMO
Ed hai avuto figli….

AGAVE
Sì, ho partorito, Pentèo.

CADMO
E la testa che tieni come trofeo, di chi è?

AGAVE
Di un leone………………………Dio! Chi l’ha ucciso? Aahh! Parla, chi l’ha ucciso?

CADMO
Eravamo impazziti tutti, in preda al delirio bacchico.

AGAVE
Perché?

CADMO
Derideva il dio Pentèo e le Baccanti. Noi..tu l’hai ucciso!

AGAVE
Dioniso!

CADMO
Dioniso ha distrutto voi, Pentèo e anche me.

AGAVE
Dioniso!

CADMO
Dei: li proteggiamo prima e poi l’aspro destino di nuovo ce li annienta.
Ma noi è dato prestare ascolto a chi alla fine ci esaudisce. Noi, quale tempo abbiamo, all’infinito avventurati?  

AGAVE
(una bestemmia nel vento)
Tu, perduto Iddio, perché nella rabbia agisci come un mortale!

Dioniso appare in alto, fuggevole ombra lacrimevole

DIONISO
Davvero siamo fragili così angosciosamente,
come il destino vuole farci credere?

il silenzio assordante di dio

piano cala la notte


FINE